GENOVA-Trent'anni di lavoro per sconfiggere la mafia. La Direzione Investigativa Antimafia spegne le candeline festeggia portando il suo lavoro negli anni in giro per l'Italia con la mostra "Antimafia Itinerante", sbarcata da oggi anche a Genova. Proprio nel capoluogo si è svolto così il convegno "Guerra al narcotraffico", un fenomeno che da tempo colpisce il capoluogo ligure e che con il suo porto l'ha resa una delle capitali del traffico di stupefacenti.
Al convegno hanno partecipato il sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo di Roma Anna Canepa, il coordinatore dell’Ufficio rapporti Dna-Dda presso la Direzione Antifrode dell’Adm di Roma Rocco Antonio Burdo, il vice direttore tecnico operativo della Dia Nicola Altiero, il direttore del III servizio della Direzione centrale per i servizi antidroga Giancarlo Scafuri e il direttore della II Divisione del servizio centrale operativo della polizia Marco Martino. I relatori hanno illustrato l’evoluzione della criminalità e i modi per contrastarla, i risultati ottenuti e l’importanza della collaborazione tra le forze dell'ordine e i magistrati di tutto il mondo. Canepa in particolare ricordando il primo maxi sequestro di cocaina (era il 1994) uscito dal porto di Genova (ben 5,4 tonnellate) ha ricordato l'importanza di due strumenti fondamentali in mano ai magistrati: "Il ritardato sequestro e la consegna controllata" che consentono di risalire ai veri destinatari di un carico senza limitarsi all’arresto del corriere.
"La mafia negli ultimi decenni si è perfettamente adattata alla situazione, anche per adeguarsi ai colpi, agli attacchi dello Stato: non spara più come prima, è diventata più subdola, infiltrandosi nella società per acquisire l'economia legale, è più difficile da combattere".
A parlare ai microfoni di Primocanale anche Anna Canepa: "Genova e i porti liguri sono i principali hub del mediterraneo - racconta il procuratore che per anni ha lavorato nel capoluogo ligure - per la loro posizione strategica: porta di molti stati del nord. Bisogna usare massima attenzione, agire bene come stiamo facendo, con operazioni che sono mirate non solo a bloccare i trasportatori ma risalire la catena".
"Il tema del contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata credo che sia importante e opportuno da affrontare oggi alla luce anche dei giganteschi investimenti che arriveranno nel Paese legati al Pnrr: investimenti che devono essere non solo occasione di crescita, progresso e sviluppo ma anche terreno di assoluta legalità". Così il presidente della Regione Liguria intervenuto a Palazzo Ducale all'inaugurazione della mostra itinerante in occasione dei 30 anni della Direzione Investigativa Antimafia.
"Va esattamente in questa direzione il protocollo che come Regione abbiamo firmato con i sindacati per garantire la tutela dell'occupazione e prevenire il rischio di infiltrazioni criminali negli appalti pubblici". Toti ha parlato anche del narcotraffico, tema del convegno organizzato per celebrare il trentennale: "La lotta al narcotraffico - ha detto - passa certamente anche dal sistema portuale della Liguria. Su questo credo che un grande lavoro sia stato fatto in questi anni in termini di collaborazione intergovernativa, di rapporti tra le polizie e sempre di più potremo fare grazie anche alla capacità tecnologica che cresce quotidianamente nel Paese, in Europa e nel mondo".
"La mafia albanese ha preso in subappalto in Liguria la gestione del traffico di droga dalla 'ndrangheta".
Ha dato l'allarme così Maurizio Vallone, direttore della Dia, a margine dell'inaugurazione della mostra itinerante. Ma non bisogna avere paura: "Da oltre trent'anni la Liguria ha visto la presenza di tutte le mafie. Ma gli investigatori sono riusciti a fronteggiare le infiltrazioni". "Le mafie non sono una pagina di storia ma sono ancora presenti. Sono in un momento di sommersione - ha detto Maurizio Vallone, direttore della Dia - perché non vogliono provocare la reazione dello Stato. E in questo momento tendono a fare affari, a riciclare gli ingenti guadagni derivanti dal traffico della droga. Vogliono entrare negli appalti e impadronirsi dell'economia. Ma oggi si può contrastarla grazie agli strumenti che il Governo ci ha messo a disposizione con il Pnnr e le innovazioni normative che estendono i poteri dei Prefetti sulle interdittive antimafia".
"Genova è un porto che negli ultimi tempi è sotto stretta sorveglianza degli investigatori - ha continuato - e lo dimostrano gli ingenti quantitativi di droga sequestrati. Dove ci sono più sequestri è perché c'è maggiore attenzione. Gli ultimi maxi sequestri in porto a Genova non dimostrano per forza che c'è stato un aumento di transito di stupefacenti in questo scalo ma che sono migliorate le capacità investigative. La criminalità organizzata va colpita anche attraverso i sequestri che permettono di danneggiare nel vivo le organizzazioni criminalità".