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Attualità

Erano le ore 17,57. Persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro
2 minuti e 33 secondi di lettura
di a.p.

GENOVA - Erano le ore 17,57 del 23 maggio 1992. Sono trascorsi trent'anni esatti dalla strage di Capaci compiuta da Cosa Nostra e che costò la vita al giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro che viaggiavano sulla Fiat Croma conosciuta come Quarto Savona 15 e diventata nel tempo simbolo della lotta alla mafia. Pochi mesi dopo, Il 19 luglio, fu la volta di Paolo Borsellino ucciso in via D'Amelio a Palermo sotto la casa dei genitori. Oltre al giudice che stava indagando sui rapporti Stato-Mafia morirono anche i cinque agenti di scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

A trent'anni dai fatti anche la Liguria si stringe attorno alla giornata del ricordo per non dimenticare chi con il suo lavoro incessante cercava di mettere in luce un sistema ormai consolidato di gestione e che si stava sempre più insinuando nella rete dello Stato. La morte di Falcone prima e di Borsellino poi hanno segnato un'epoca. A Genova e in tutta la Liguria a trent'anni dalla strage di Capaci si moltiplicano le manifestazioni per ricordare quella pagina di storia recente italiana.

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti sui social ha ricordato le vittime: "Sono passati trent’anni dalla strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. Una data che ha segnato uno dei periodi più bui della storia del nostro Paese. Non dimentichiamo chi ha sacrificato la propria vita per combattere la criminalità e l’illegalità. La mafia voleva uccidere Falcone e invece l’ha reso il simbolo di quella lotta che oggi deve diventare la nostra. Gli uomini passano, le idee restano".

"Mio fratello Paolo è stato ucciso da pezzi deviati dello Stato", con queste parole il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, ha ricordato quel tragico 1992 (Leggi qui). Un problema quello della mafia ancora presente, seppur con sfaccettature e forme diverse rispetto a trent'anni fa. In Liguria sono stati 464 i beni confiscati alla mafia (leggi qui)

Gli alunni dell’Istituto Comprensivo Terralba saranno protagonisti di una cerimonia durante la quale sarà presentato “L’albero di Giovanni e Paolo” piantato in piazza Martinez grazie alla collaborazione del municipio Bassa Val Bisagno su un Progetto dell’I.C.Terralba Scuola Secondaria di Primo Grado “Parini-Merello”. Nel pomeriggio al Porto Antico di Genova in calata Falcone Borsellino un evento in ricordo delle vittime di mafia organizzato dalla scuola Fermi che si è esteso ad altri istituti. Attesa anche la partecipazione del questore e del prefetto di Genova.

Negli scorsi giorni il Sap (sindacato autonomo di polizia) ha organizzato la "staffetta della memoria" con una corona d’alloro deposta dinanzi alla targa commemorativa, posta a memoria di tutti i caduti nelle aiuole di via Diaz, dinanzi all’ingresso della Questura. Mentre a Palazzo Ducale a Genova si è svolta, in occasione del trent'anni della nascita della Direzione Investigativa Antimafia, la mostra "Antimafia Itinerante". E' stata anche l'occasione per fare il punto sulle attività della mafia, i traffici e le azioni di contrasto.

 

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