GENOVA-Si è conclusa la fase 2 del progetto di riqualificazione del quartiere "Diamante" a Begato, quella che ha riguardato la demolizione delle "Dighe" e l'allontanamento dei 30.000 metri cubi di detriti inerti non pericolosi. Macerie trasportate con circa 1500 viaggi fino all’area di trattamento nel cantiere di via Ugo Polonio nel quartiere di Trasta a Genova, a soli 4 km dal sito di provenienza. Parallelamente è partita la campagna di trattamento dei rifiuti inerti non pericolosi provenienti dalle attività di demolizione dei fabbricati del cantiere che sono stati frantumati e riutilizzati per opere di riempimento e per la creazione di un sottofondo per i futuri fabbricati e piazzali.
Grazie alle precedenti operazioni di strip – out e al processo di riduzione volumetrica e di eliminazione delle parti ferrose attuati negli ultimi mesi, è stato possibile trattare gli inerti, con il fine di riciclarli e impiegarli nuovamente nel settore delle costruzioni. In questo modo gli inerti sono diventati materia prima secondaria. Questa soluzione ha consentito anche di limitare l’attività di trasporto agli impianti fissi autorizzati, rispettando il criterio di prossimità per la gestione dei rifiuti.
"Quello che avevamo promesso sta accadendo e i prossimi anni saranno tutti dedicati alla ricostruzione e alla riqualificazione di questo quartiere, che rientra in uno dei grandi progetti di rigenerazione urbana della città: migliorare la qualità dell’abitare con nuovi stabili ad emissioni ambientali zero, riqualificazione di quelli rimasti, parchi urbani e luoghi dedicati allo sport”. Commenta il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti. "Per uno dei quartieri che era diventato uno dei simboli della peggiore edilizia popolare del paese – prosegue il governatore - si tratta di un passo avanti sostanziale per la qualità della vita, la qualità estetica e la valorizzazione di questa valle, una delle valli su cui l’amministrazione sta investendo di più: dal parco del Ponte San Giorgio, alle nuove aree dedicate alla ricerca e agli studentati universitari. La Val Polcevera, dopo anni di limbo e declino industriale, finalmente recupera una vocazione. Qui saranno investiti tanti milioni per cambiare "faccia" alla zona, è un progetto manifesto come quello di Scampia a Napoli, la dimostrazione che non vogliamo quartieri di Genova trasformati in ghetto".
"Va avanti il progetto di riqualificazione delle dighe di Begato – aggiunge l’assessore regionale all’Urbanistica Marco Scajola - un grande recupero di una zona strategica di Genova, una zona figlia di una costruzione degli anni Ottanta assolutamente superata. La nuova Liguria, il nuovo modo di intendere anche l’edilizia residenziale pubblica, è quella di dare alloggi diversi di alta qualità, zone verdi e zone di aggregazione per chi abiterà in questo quartiere. Ma soprattutto – conclude l’assessore - abbiamo riqualificato, ripulito e anche recuperato, perché molto del materiale delle demolizioni delle dighe di Begato è stato riutilizzato per i cantieri. Siamo passati dai palazzoni di periferia a case vivibili, oltre 700 persone sono state spostate con condivisione di percorso, la regione Liguria è un esempio in tutta Italia, obiettivo e dare alloggi qualità a tutti e nessuno deve rimanere indietro, il progetto di Begato ha ricevuto massimo finanziamento, 15 milioni di euro, perché serio e innovativo. Non sono solo contento ma andiamo avanti consapevoli che il nostro modello è d'esempio in tutta Italia, grazie a operai e a tutti coloro che hanno lavorato al progetto".
Presente anche il sindaco di Genova Marco Bucci: "Oggi inizia la ricostruzione, è un passo significativo: il progetto di rigenerazione urbana è una nuova strategia, una visione nuova, al posto della Diga ci saranno tre edifici ecosostenibili, un parco e diversi impianti sportivi. Altri piani simili sono avviati per i carruggi, per il quartiere di Sampierdarena e la zona sotto il ponte, il progetto della Diga è stato possibile grazie a tutti anche alle 400 famiglie che si sono dovute trasferire".
Anche l'assessore comunale alla progettazione e realizzazione nuove opere Pietro Piciocchi è soddisfatto: "Ci abbiamo creduto e i risultati si vedono, è stato un lavoro di sinergia".
Parallelamente è stata avviata la fase 3, quella della rigenerazione del quartiere. Nella parte non demolita della Diga Bianca, al civico 11 di via Cechov verranno realizzati 55 nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica ad alta efficienza energetica: l’intervento verrà suddiviso in due lotti funzionali di cui si è conclusa la progettazione esecutiva. Entro la metà di luglio verrà avviata la gara per l’affidamento dei lavori relativi al primo lotto. Verranno inoltre realizzate 3 nuove palazzine di alloggi NZEB (Nearly Zero Energy Building) ad elevata efficienza energetica, caratterizzati da moduli abitativi innovativi, che troveranno collocazione su una porzione del sedime in precedenza occupato dalla “Diga”. Un totale di 60 alloggi di cui 40 destinati all’edilizia residenziale pubblica e 20 all’edilizia residenziale sociale.
Inoltre grazie all’inserimento del progetto di rigenerazione urbana del quartiere Diamante di Begato, presentato dall’Amministrazione Regionale, tra quelli ammessi al finanziamento del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare” PINQuA, oltre ai 60 nuovi alloggi nasce un grande Masterplan su quasi 250.000 mq di territorio di rigenerazione che comprenderà un Parco Urbano con attività sportive, il recupero dei campetti polifunzionali esistenti, attività ricreative, aree gioco e didattiche legate alle attività e al quartiere; recupero di antiche “creuse” e percorsi nel verde.
A fronte dei 170.000 mc di volume demolito, verranno realizzati circa 18.000 mc di nuova edificazione, utilizzando esclusivamente una porzione del sedime in precedenza occupato dalla “Diga”: un intervento senza consumo di suolo.
Saranno realizzati spazi a servizio del quartiere per circa 500 mq, un Centro per la Cultura di circa 500 mq ed il recupero della Casetta Ambientale con nuovi spazi all’aperto. Altro punto qualificante dell’intervento, in linea con le richieste del progetto partecipativo del quartiere, sarà la realizzazione della nuova piazza alberata, posta nel cuore dell’ambito di rigenerazione.
L’intervento, la cui conclusione è attesa per la fine del 2025; oltre ai 7,2 milioni di Euro per la demolizione della Diga ed ai 2,2 milioni per la riqualificazione della parte non demolita, al civico 11 di via Cechov, il Programma PINQuA, prevede un finanziamento di circa 15 milioni di Euro; di cui 11,3 milioni per la realizzazione delle palazzine, 1,3 milioni per il parco dell’energia e dell’ambiente, ed i restanti 2,4 milioni per opere accessorie e servizi al quartiere.
Partita nel luglio 2019 la fase 1 del progetto ha reso possibile il trasferimento di 374 nuclei familiari residenti a Begato, per un totale di 776 persone, in appartamenti rinnovati in diverse zone della città. Parallelamente sono stati recuperati 630 alloggi sfitti, con un investimento di circa 17 milioni di euro complessivi, proprio per permettere la ricollocazione delle famiglie di Begato e un contestuale recupero del patrimonio di Arte. Gli inquilini sono stati rialloggiati nei diversi quartieri del Comune di Genova; in Val Polcevera è rimasto 45% degli inquilini mentre il 18% ha ricevuto un alloggio in Centro, il 17% a Ponente, il 15% in Val Bisagno, ed il 5% a Levante, raggiungendo l’obiettivo della massima integrazione nel tessuto sociale della città.
Nei primi mesi dell’anno 2020 è stata espletata la gara per l’affidamento dei lavori di demolizione delle “Dighe di Begato” e nel successivo mese di Luglio sono stati consegnati i lavori all’ATI tra Patriarca Group srl e F.lli Caschetto srl, dando avvio alle operazioni della fase 2.
Com’è noto, i due fabbricati che componevano le “Dighe” (Rossa e Bianca) di Begato erano stati realizzati a metà degli anni Ottanta nel quartiere Diamante, sulla collina tra Bolzaneto e Rivarolo, su progetto dell’architetto Pietro Gambacciani. Nel piano di rigenerazione del quartiere è stata attuata la demolizione totale della Diga Rossa mentre per la Diga Bianca è stata mantenuta la porzione meridionale a partire dal giunto strutturale “sud”, in prossimità del vano scale di Via Cechov n.11. I primi mesi di attività hanno riguardato le operazioni di strip-out, ossia la pratica che anticipa la demolizione e consente di differenziare tutti i rifiuti direttamente in cantiere prima di procedere con l’abbattimento delle strutture edili. Durante tale fase sono state separate e smaltite circa 2.700 tonnellate di materiale, tra cui mobili e suppellettili residui, infissi, tapparelle, corpi scaldanti, tubazioni, impianti elettrici, rivestimenti e porte antincendio. Lo strip-out esterno ha riguardato invece la rimozione dei pannelli del rivestimento di facciata e le guaine di copertura.
Ad Aprile 2021 è iniziata la demolizione vera e propria che si è protratta per circa 6 mesi; le operazioni sono state eseguite mediante un escavatore Liebherr 984 con braccio demolitore da 60 m, affiancato da un escavatore Liebherr 954 con braccio demolitore da 30 m e numerosi altri mezzi operativi. In primis si era provveduto a separare strutturalmente la porzione della Diga Bianca che sarà oggetto di recupero, per proseguire con la demolizione della restante parte del medesimo edificio.
Successivamente si è passati alla demolizione della Diga Rossa attaccandola su 2 fronti nei pressi dei civici 92 e 95 di Via Maritano, al fine di minimizzare i tempi di interdizione alla viabilità della via medesima, permettendone la riapertura in concomitanza con la ripresa del periodo scolastico. Il tutto è avvenuto sotto un costante monitoraggio ambientale eseguito da una ditta specializzata del settore, con comunicazione continuativa dei risultati dei monitoraggi in essere ad ARPAL ed ASL.
IL COMMENTO
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