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Attualità

"Cantautori nelle scuole" ha stimolato anche i ragazzi a scrivere: sono nati testi bellissimi, che raccontano la fragilità e la bellezza di una generazione
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di Riccardo Olivieri
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GENOVA - A scuola non si studiano solo Dante, Petrarca e Boccaccio ma anche Bindi, Fossati e Battiato grazie a 'Cantautori nelle scuole', il programma giunto alla quinta edizione, la prima post pandemia, che ha coinvolto nove licei e più di 400 studenti: "È un progetto bellissimo perché permette ai ragazzi che non conoscevano questa materia di approfondire la grande scuola dei cantautori genovesi - spiega Federico Sirianni, cantautore e tutor di Cantautori nelle scuole -. Ultimamente a Genova c'è una scena nuova che piace molto ai ragazzi, quella rap. Ascoltando i rapper si capisce come anche loro si siano riferiti alla grande storia dei cantautori genovesi".

Le scuole dove si è tenuto il programma sono il liceo Cassini e liceo Amoretti nell'imperiese, a Genova il liceo Pertini, liceo D’Oria, l’Istituto Duchessa di Galliera, l’Istituto Bergese, l’Istituto Vittorio Emanuele, l’Istituto Gobetti, a Chiavari l’Istituto Caboto.

Cantautori nelle scuole però non è solo ascolto ma anche scrittura: "Cantautori di questa generazione, Max Manfredi, Giua, e Federico Sirianni, hanno eseguito in classe con le loro chitarre e raccontato i brani, dando vita a ciò che era stato teoricamente raccontato e invitato i ragazzi a fare altrettanto -dichiara Margherita Rubino, professore universitario e co-ideatrice di Cantautori nelle scuole -. Sono usciti dei testi in qualche caso bellissimi".

Le parole degli studenti raccontano la fragilità e la bellezza di questa generazione: "Gli studenti sono capaci di produrre dei testi pazzeschi - dichiara l'assessore alla Cultura di regione Liguria Ilaria Cavo -, che dimostrano come un progetto come questo abbia saputo insegnare loro l'importanza dell'uso della parola. Questi testi mandano segnali fortissimi, dobbiamo essere capaci di leggerli".