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Genova è una delle poche città metropolitane a riuscire a risparmiare il suo territorio dal consumo del suolo. Insieme alla città della Lanterna anche Reggio Calabria e Firenze. Sono i dati emersi dal report 2023 dell'Ispra
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di Andrea Popolano

GENOVA - Genova è una delle poche città metropolitane a riuscire a risparmiare il suo territorio dal consumo del suolo. Insieme alla città della Lanterna anche Reggio Calabria e Firenze. Sono i dati emersi dal report 2023 dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

I pochi spazi a disposizione sono uno dei grandi temi su cui si muove il dibattito cittadino nel capoluogo. Secondo i dati nell'area di Genova il consumo di suolo annuale la densità dei cambiamenti rispetto alla superficie comunale è tra 0,5 e 1,5 metri quadri all'ettaro. Nel capoluogo ligure il dato di nuovi consumi risulta essere minore di 200 metri quadrati per abitante.

Nell'ultimo anno la Liguria ha consumato 33 ettari. Tra le regioni territorialmente più piccole chi ha consumato più suolo c'è la Basilicata con 100 ettari, la Valle d'Aosta appena 22, l'Umbria 65, il Molise 80, l'Abruzzo 149 ettari. A livello percentuale il suolo consumato nel 2022 è del 7% in più, in linea con la media nazionale. Inoltre gran parte della Liguria si trova una zona a pericolosità di frane con ampi tratti di costa, soprattutto Genova, che risulta avere un'alta percentuale di suolo consumato in area di pericolo frane.

In Italia il consumo del suolo accelera. Nel 2022 cemento e asfalto hanno coperto 77 chilometri quadrati del Paese, il 10% in più rispetto al 2021. La copertura è andata avanti alla media di 2,4 metri quadrato al secondo.

Nel dettaglio delle città ligure il dato che emerge è che a Genova il suolo consumato al 2022 è di 5.705 ettari, alla Spezia è di 1.456 ettari, a Sanremo è di 1.041 ettari, a Imperia 968 ettari e a Savona 968 ettari.

In percentuale è il comune di San Lorenzo al Mare in provincia di Imperia ad avere la percentuale più alta di suolo consumato al 2022, ovvero il 37,2% seguito da Diano Marina (Provincia di Imperia) con il 33,2%, al terzo posto c'è Vallecrosia (Provincia di Imperia) con il 32,8% di suolo consumato.

In base al rapporto metri quadri consumati per abitante il primato spetta a Fascia (Città metropolitana di Genova) con 4.923 metri quadrati consumati per abitante, seguito da Gorreto (Città metropolitana di Genova) con 4.592 metri quadrati per abitante. Sul terzo gradino del podio il comune di Rondanina (Città metropolitana di Genova) con 3.828 metri quadrati per abitante. In tutti i casi si tratta di piccoli comuni dell'entroterra.

Per quanto riguarda il consumo di suolo annuale netto in ettari le prime tre città della Liguria sono Sarzana (Provincia della Spezia) con 4,49 ettari, Vado Ligure (Provincia di Savona) con 4,47 ettari e La Spezia con 4,38 ettari.

Per quanto riguarda l'analisi portata avanti a livello nazionale emerge che tra il 2006 e il 2022 sono di 9 miliardi di euro all'anno i costi nascosti dovuti alla perdita di servizi ecosistemici a causa della perdita di suolo.

Il consumo del suolo provoca la costante diminuzione della disponibilità di aree agricole, eliminando in 12 mesi altri 4.800 ettari, il 68% del consumo di suolo nazionale. Il 13% del consumo di suolo totale (circa 900 ettari) ricade nelle aree a pericolosità idraulica media, dove l'11% di territorio è ormai impermeabilizzato, un valore sensibilmente superiore alla media nazionale (con un aumento medio percentuale dello 0,33%).

Più del 35% del consumo del suolo (più di 2.500 ettari) si trova in aree a pericolosità sismica alta o molta alta. Il 7,5% (quasi 530 ettari) è nelle aree a pericolosità da frana. La logistica e la grande distribuzione organizzata, che rientrano tra le principali cause di consumo di suolo in Italia, nell'anno appena trascorso toccano il massimo dal 2006, con un picco di crescita superiore ai 506 ettari concentrato nel Nord-Est del Paese, con oltre 1.670 ettari (il 5,8% del totale del consumo di suolo dell'area), seguito dal Nord-Ovest con 1.540 ettari (6.1%) e il Centro (940 ettari; 4,7%).

Le grandi infrastrutture rappresentano l'8,4% del consumo totale, mentre gli edifici realizzati negli ultimi 12 mesi su suoli che nel 2021 erano agricoli o naturali sfiorano i 1.000 ettari, il 14% delle nuove superfici artificiali. Si registrano 950 ettari (il 13,4%) in più per piazzali, parcheggi e altre aree pavimentate, mentre le aree estrattive consumano 380 ettari di suolo in un anno, pari al 5,4% del totale. Per l'installazione a terra di impianti fotovoltaici si sono resi necessari quasi 500 ettari di terreno, 243 dei quali rientrano nella classificazione europea di consumo di suolo.