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L'Arpal sta mettendo a punto il nuovo modello ad alta risoluzione capace di segnalare in percentuale la componente inquinante di ogni settore. Secondo i dati "una grossa fetta delle emissioni di biossido di azoto è ancora legato al traffico stradale"
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di Andrea Popolano

LIGURIA - "La situazione per quanto riguarda la qualità dell'aria in Liguria è buona, molto lontana dai valori raggiunti in Padania, la maggior parte delle emissioni inquinanti (in Liguria ndr) sono legate al traffico stradale e al traffico portuale. L'unico inquinante per cui si raggiungono livelli preoccupanti, in alcuni periodi dell'anno, è il biossido di azoto (No2)". A dirlo sono le rilevazione delle centraline e dei modelli utilizzati dall'Arpal per valutare la qualità dell'aria. I dati dicono che il traffico stradale è ancora la componente principale di inquinamento di biossido di azoto. Nel corso dell'ultimo anno due centraline a Genova hanno registrato valori medi al di sopra dei limiti previsti di 40 μg/m3: si tratta di quella di via Buozzi e corso Europa incrocio via San Martino. In via Buozzi la media annuale è stata di 45 μg/m3, in corso Europa di 50 μg/m3.

Per ora però dare un peso percentuale specifico a ogni fonte capace di produrre emissioni non è possibile. Sulla rete ligure sono presenti una sessantina di centraline. Attraverso queste e i modelli è possibile avere un quadro degli agenti inquinanti. Ma entro la fine dell'anno in Liguria entrerà in funzione un nuovo modello che permetterà di distinguere, in percentuale, le diverse fonti che producono emissioni.

"Oggi in Arpal è stato sviluppato un modello a scala regionale che riprende quello della valutazione di trasporto fotochimico francese chiamato 'Chimere' che permette di aumentare le informazioni a disposizione - spiega Andrea Bisignano, modellista qualità dell'Aria di Arpal -. Questo permette di avere la Liguria divisa in griglie di un chilometro quadrato e in ognuna di queste griglie siamo in grado di valutare i livelli di concentrazione dei principali inquinanti. Ma non solo, accanto a questo stiamo studiando un ulteriore modello, a più alta risoluzione, che permetterà di avere un'analisi su singoli episodi come un incidente industriale o un incendio".

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La tecnologia fa passi e questo modello permetterà alla Liguria di avere un sistema di monitoraggio della qualità dell'aria tra i migliori a livello europeo spiegano dall'Arpal. "In Liguria abbiamo una rete di misurazione della qualità dell'aria con le centraline posizionate in luoghi significativi del territorio - spiega Rosella Bertolotto, dirigente del dipartimento stato dell'ambiente e della tutela dei rischi naturali -. Ricordiamo che per gli altri fenomeni ambientali è prevista una misurazione attraverso i dati osservati per quanto riguarda la qualità dell'aria la legge italiana prevede di integrare le misure delle centraline con i modelli di simulazione, si tratta di un mondo in costante evoluzione ed è quindi sempre necessario adeguarsi alle ultime versioni e alle tecnologie più avanzate". Questo modello è in grado di integrare i dati anche con quelle che sono le variabili legate al meteo. C'è infatti da sottolineare che la Liguria ha una conformazione particolare che mal si adatta all'utilizzo di altri modelli sviluppati in altre regioni.  

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E l'obiettivo del nuovo modello 'Chimere' è proprio quello di introdurre una valutazione più specifica riguardo a quali comparti producono emissioni inquinanti e in quale percentuale. Il modello è ancora in fase di test in Liguria ma entro il 2024 entrerà ufficialmente in azione. "Il modello permette di dividere il contributo delle fonti e possiamo così capire quale il contributo in percentuale di ogni macro settore come quello industriale, il traffico, quello portuale o altre componenti - precisa ancora Bisignano -. Ad esempio con questo modello possiamo fare una simulazione inserendo tutte le emissioni a livello regionale, poi si fa una seconda simulazione spegnendo le emissioni ad esempio delle navi da crociera e per confronto tra i due risultati si riesce a ottenere il contributo relativo della componente prodotta dalle navi da crociera" spiega Bisignano. E questo vale per qualsiasi possibile fonte di emissioni.

 

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