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2 minuti e 7 secondi di lettura
di Elisabetta Biancalani

Mi sono occupata della carenza di camerieri in questa estate da più parti definita della ripresa dal Covid (che in realtà sta spopolando più che mai anche se in forma lieve...).

L’altro giorno mi è capitato un siparietto che mi ha fatto riflettere sulla motivazione di qualcuno. Mi sono seduta al tavolo esterno di un bel bar nel centro di una bella località turistica della Liguria. Il tavolo era ancora occupato da tazzine e posacenere sporco, degli avventori precedenti. E briciole a contorno.

Si è presentata la cameriera a prendere l’ordine col palmare e con evidenti difficoltà, e quindi mi sono immedesimata in quando io stessa da ragazza facevo la cameriera in estate con tutte le difficoltà del caso (anche a prender nota dell’ordine con carta e penna, figurarsi con il palmare!). Ma col sorriso.

È ricomparsa poco dopo per portare via le tazzine sporche, ma solo quelle. Poi ha portato il caffè (lontanissimo da quello che avevo chiesto, io che sono rompiscatole del caffè “ristrettissimo con tanta schiuma”, ma pazienza, come dice mio marito faccio troppe storie per un cavolo di caffè). Ho solo chiesto se gentilmente poteva portare via il posacenere sporco e pulire le briciole. È tornata con spruzzino e straccio e ha dato una spruzzata di detersivo in mezzo, giuro solo nel mezzo dei due tavoli attaccati e lo straccio lo ha passato in un cerchietto, il 10 per cento del tavolo. Sopra la testa aveva la nuvoletta tipo fumetto “che rompipalle sta stronza qua...”.

Per farla breve, perché mi sono già dilungata troppo, la brioche la aveva dimenticata, l’ha portata dopo doversi minuti. Ma anche lo zucchero e poi l’acqua. Insomma mezz’ora per tre cose e con uno scazzo da far paura. E c’era un solo altro tavolo occupato, il locale non era affatto pieno allora di punta.

Ora, capisco se uno ha appena iniziato un nuovo lavoro che DEVE fare, NON VUOLE fare. Ma mi è stato insegnato qualsiasi lavoro se fatto con... non dico passione, ma almeno con rispetto verso se stessi e gli altri, è dignitoso. Ma accidenti, un po’ di voglia ci vorrebbe, e se non la hai fattela venire. Non si chiede un sorriso! Guai!

Qualche sera dopo questo episodio ho apprezzato invece, all’opposto, almeno due camerieri che correvano, letteralmente correvano, per servire velocemente i numerosi clienti del ristorante.

Gli estremi non vanno mai bene (mi dicono senza avermi ancora convinta) ma non credo certo che i camerieri che correvano guadagnassero il doppio della cameriera scazzata del bar. È questione di amor proprio credo.