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2 minuti e 23 secondi di lettura
di Mario Paternostro

Dunque per l’ennesima volta qualcuno pensa di fare Centro. O meglio: di fare un Centro. Per la verità ci stanno pensando in tanti e oggi, forse, visto quello che sta succedendo, il tentativo potrebbe anche riuscire. Partiamo dal risultato genovese. Le liste civiche che io preferisco chiamare “personali” del sindaco Marco Bucci, prima per voti insieme al Pd e quella del governatore Toti vincitore in Liguria, sono più di centro che di destra. Toti, primo fra tutti e allora anche accompagnato da qualche commento ironico, prese le distanze da Forza Italia quando questo movimento era subordinato ai leghisti. Fondò un suo gruppo nazionale proprio per provare una strada liberale e moderata.

Quindi di centro. Continuerà, andrà sicuramente avanti magari con altri, da Tabacci a Calenda e magari anche con qualche amico di Di Maio. L’ombra di Mario Draghi veglierà su questi movimenti con molti che gli tireranno la giacchetta quando si arriverà vicini all’appuntamento della prossima primavera con il voto nazionale. Il Centro Possibile potrà, penso, anche contare sul sindaco e amico Bucci e su altri sindaci oltre a quelli che stanno spingendo sulle vie del Centro il primo cittadino di Milano, Sala , quello di Venezia, Brugnaro e quello di Firenze, Nardella.

Il Centro Possibile potrebbe raccogliere consensi anche tra la massa enorme dei non votanti, magari delusi dalle giravolte dei Cinquestelle e dai campi larghi (ma non larghissimi visto il deludente risultato almeno a Genova) nei quali un vittorioso Pd si sta impantanando.

Un conto e’ il campo largo un altro una riedizione del vecchio Ulivo! Non sono pochi quelli del Pd che vogliono vedere che cosa farà ora il segretario.

Così come non sono pochi quelli che attendono di vedere come si muoverà il Pd ligure. Se si scrollerà di dosso i problematici grillini presenti e fuggenti e se si deciderà a individuare subito (senza attendere l’alibi di fumosi programmi e tavoli e alleanze) il futuro candidato pronto a sfidare l’erede di Toti. Perché sicuramente il governatore farà il salto nazionale.

O ora o poi diventerebbe più complicato. Quindi il Pd non può aspettare troppo perché costruire un candidato alla presidenza della Regione dotato di chance (fino a oggi le scelte regionali e genovesi non hanno dato buoni risultati visti i modesti esiti) non è facile e occorre tempo. Magari scegliendo l’attuale capogruppo, quel giovane Armando Sanna oltre 6 mila preferenze, che, visti i consensi raccolti quando faceva il sindaco di Sant’Olcese (maggioranze bulgare), con l’esperienza amministrativa quasi decennale potrebbe avere voglia di provarci.

O qualcun altro o altra come l’altra sindaco Valentina Ghio. O Cristina Lodi regina delle preferenze genovesi. Ma se questo nome è ancora nascosto/a le probabilità di farsi conoscere scricchiolano. L’importante in ogni caso è non perdere tempo. Nomi subito e senza indugi. A rischio di affrontare qualche malumore interno. Il gioco vale anche questi.