GENOVA - Non mi spaventano le elezioni in un Paese che si chiama Italia e ha una durata media dei governi che non va oltre l’anno. Al peggio si fa l’abitudine. Non credo che senza Mario Draghi si muoia. Ma sono convinto che in questo momento Draghi fosse la migliore possibilità per l’Italia di tirarsi fuori dai pasticci, di portarci a un obiettivo fatto anche di qualche riforma indispensabile per campare, mentre il Covid é deciso a non mollare la presa e un insieme di guai ci prepara un autunno pesante. Che sarà pesantissimo per l’ enorme numero di deboli che vivono nel nostro Paese e che rischiano in una situazione di disastro economico di non farcela. Che tradotto banalmente vuol dire disastro sociale e magari anche pericolosissima tensione. E in Italia questa tensione sociale capace di sbocchi inattesi e rischiosi l’abbiamo purtroppo provata gia’ in altre occasioni della nostra storia.
Allora ben venga il voto. Soprattutto per un obiettivo: toglierci definitivamente dalle scatole una pletora di mediocri mai vista prima che hanno avuto accesso all’aula di Montecitorio o Palazzo Madama. Mai come in questa tornata che da ieri é alla fine, la rappresentanza politica del nostro Paese é stata cosi culturalmente e professionalmente modesta. Li avete sentiti in queste ore? Avete ascoltato le loro spiegazioni? Le ragioni? Gli intendimenti? La banalità del discorso é il comune denominatore. La frase fatta é l’imperativo categorico. Lo slogan finto-popolare del visalviamonoidaitecnocrati uno stracotto della politichetta. E tralasciamo i congiuntivi.....
Dunque ammetto di avere paura dei prossimi eletti. Di qualunque partito o movimento. Non essendoci piu’ dalla morte della Dc e del Pci scuole che insegnano la politica e l’amministrazione, dalle parrocchie alle sezioni, come diavolo spuntano gli eletti? Come e dove studiano se gran parte di questi prima di entrare a Montecitorio non ha nemmeno un lavoro? Intendo dire un lavoro vero. Dove si entra in fabbrica o in ufficio la mattina e si esce la sera.
L’unica salvezza politica sono i sindaci, gli amministratori locali chiamati a rispondere tutte le mattine in piazza o in strada delle loro azioni e scelte. Confido solo in questi politici, altrimenti il prossimo governo che uscirà malconcio dalle urne di settembre, dovrà fare ricorso a un esercito di tecnici. Cioè di professionisti che sanno far di calcolo, leggere un bilancio scrivere una lettera in italiano comprensibile. Tecnici come quelli che Conte, Salvini, la Meloni e persino Berlusconi (che sorprendente delusione stilistica dal Cavaliere!) hanno cacciato, disfando il governo Draghi senza avere il coraggio di metterci la faccia. I Cinquestelle , finti rivoluzionari della scatoletta, disperati dalla vicinissima dipartita, il centrodestra italico non avendo nemmeno il coraggio (suvvia egregi , non rischiavate la vita,) di andare in aula e votare No. Con gli occhietti vispi (?) puntati sul premier.
Modesti. Quasi tutti. Ma per fortuna molti spariranno. Ecco l’unico vantaggio delle prossime elezioni: la sparizione nazionale, sistematica di tanti Inutili. Grazie anche alla riduzione dei parlamentari. Immagino che cosa succederà nelle stanze dei partiti italiani, le coltellate, gli sgambetti, per fregarsi a vicenda nella conquista della candidatura.
Spero che gli italiani che sono sicuramente molto meglio di chi la ha rappresentati in questi anni così difficili, sappiano liberarsi dei mediocri e trovare dei meritevoli. Scavalcando i dirigenti attuali anche locali, che hanno dimostrato di non saper guidare nemmeno una bocciofila. Perché la bocciofila é una cosa seria!
Che si vada a votare in tanti per riprenderci finalmente in mano una buona politica, con personaggi di esperienza, con un curriculum alle spalle da far conoscere agli elettori prima del voto. Cosi sapremo se chi andremo a votare ha le carte in regola: onesta’ e esperienza.
Facce nuove. Facce nuove, giovani e meno giovani, tante donne. Basta catafalchi ancora designati dai rimasugli della Prima Repubblica. Basta politici di mestiere, resi inamovibili dalla nostra colpevole apatia. A cominciare da quelli che si sono fatti eleggere fuori regione. Incredibile. Se vogliono essere eletti vengano a prendersi i voti a casa. I consensi o gli eventuali calci nel sedere.
Via Draghi e via tutti. Hanno scelto questa soluzione. Però fuori anche gli altri. Ma proprio tutti. Speriamo che gli italiani riprendano la redini della politica in mano. Questo é il bello del voto. Vogliamo davvero cambiare? Allora cambiamo per davvero.