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di Mario Paternostro

GENOVA - I numeri cominciano a fare paura. Più ricoveri in tutta la Liguria, più poveretti nelle terapie intensive. Ci consola solo confrontarli, questi dati giornalieri, con quelli, catastrofici, di un anno fa. Ma allora non c’erano gli straordinari vaccini. Ricordiamolo bene: i vaccini hanno fatto la differenza e la situazione, con altre scoperte scientifiche, nuovi vaccini da una parte, possibilità di altri richiami, e dall’altra nuove cure con i monoclonali, ci aiuteranno nonostante tutto e tutti a andare avanti. Bene.

La preoccupazione sempre più crescente viene dalle “altre malattie”. Intendo quelle serie. Tumori, cardiopatie, malattie pediatriche, eccetera. Intendo anche quelle che, magari due anni fa, consideravamo problemi di routine, noie dell’avanzare dell’età, da mettere in conto. Intanto si sarebbero risolte con un breve ricovero.
Il segnale drammatico e davvero preoccupante viene da queste.

Un’ amica mi racconta che, dopo un intervento delicato di alcuni anni fa, deve ogni anno e mezzo, fare una risonanza magnetica di controllo. L’anno e mezzo è passato e allora la signora chiama il Cup per tentare una prenotazione dell’esame. Al telefono un cortesissimo interlocutore le dà una risposta, non nascondendo un certo imbarazzo: “La prima possibilità per questa risonanza è a maggio….”. Beh, pensa la signora, a maggio 2022 sono sei mesi…
Poi il telefonista conclude la sua risposta: “A maggio….del 2023”.

Un altro amico mi riferisce di un parente che, tra molti dolori, attende un intervento di ortopedia abbastanza banale da oltre otto mesi. Ma se non lo fa subito i dolori aumentano e diventano insopportabili anche per la persona più paziente del mondo.

Ecco, questi sono solo due esempi che ho voluto ricordare, ma ne potrei elencare un’altra decina. E sicuramente i lettori potrebbero contribuire a aumentare queste testimonianze.

Se penso, come sento raccontare e non stento a crederci, che tutto questo dipende dall’intasamento degli ospedali soffocati dai ricoveri per il Covid, in stragrande maggioranza di quei liguri e genovesi che hanno rifiutato la vaccinazione (chi per paura, chi perché terrapiattista o perché pensa che col vaccino gli venga iniettata una molecola che lo trasformerà fra una decina di anni in un polpo o perché è convinto che sia più che sufficiente un clistere di candeggina per cancellare il coronavirus), beh, allora il ritardo eterno di una risonanza o di una Tac di controllo o di prevenzione, mi trasforma.

Ricordo la prima ondata con quell’eccezionale manifestazione di bontà che fuoriusciva dalle case, spopolava di zucchero caramellato nelle dirette tv, esplodeva sui terrazzi al suono di Fratelli d’Italia. Mi sentivo anche io come la maggioranza degli italiani, buonissimo, possibile candidato al premio Maria Goretti. Ora no, sono cambiato. In peggio. Molto peggio. Me ne vergogno profondamente, ma anche mi giustifico. E penso di non essere solo.

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