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di Franco Manzitti

C'era una volta un sindacalista a cui volevano bene anche gli avversari, Franco Sartori, che negli anni più duri di Genova de-industrializzata e affumicata dall'Italsider, mi invitava spesso a Ponente della città. Mi portava su una collina dalla quale si potevano vedere bene, in fila, gli stabilimenti Italsider, il porto petroli di Multedo, la spiaggia cancellata di Pegli Prà, Voltri lontana con un porto in costruzione. “Vedi - mi diceva - quando a Genova c'è stato un problema l'hanno imbelinato a Ponente....”. Alludeva alla lunga storia portual-industriale nella quale quel Ponente genovese era stato sacrificato pesantemente.

Tanti decenni dopo un po' di riscatto in quella zona della città c'è stato. Grazie alle donne di Cornigliano, poi a Pericu-Burlando, i fumi di Cornigliano dello stabilimento mostro, sono stati cancellati, grazie a Pericu è nata, tra mille polemiche tutt'ora attuali , Fiumara che ha dato a quell'area una zona di respiro sociale e civile.

Grazie a Castellano è nata Erzelli, con tutte le scommesse che anche si giocano lassù, sotto quel cielo che Renzo Piano continua a definire il più bello di Genova. E grazie a D'Alessandro l'aeroporto è ripartito da quello che noi giovani e impudenti definivamo “aeroporto-baracca”.

Ma non basta. In qualche modo Genova rispetto a quel ponente bistrattato nell'Ottocento-Novecento è rimasta un po' matrigna.

 Il ribaltamento di Sestri Ponente non arriva mai, Erzelli aspetta Ospedale e Università dalle calende greche, la strada Guido Rossa è stata una salvezza, una benedizione, ma il resto della viabilità è spesso un rebus. A Pegli ci si può tuffare in mare e la fascia di rispetto di Prà, voluta da personaggi di grande forza come Ginetto Parodi, ha riscattato lo scempio di tutta quell'area cui avevano cancellato il mare, la spiaggia, l'orizzonte intero.

Se viaggiamo verso Savona e lo spesso irraggiungibile confine di Ventimiglia è ancora peggio. Lasciamo stare le autostrade, che sono un discorso a parte. Ma gli ospedali? I pronto soccorso? Questa estate è stata un calvario per i residenti e le decine di migliaia di turisti, per chi da Genova a Imperia aveva un problema di salute.

Il pronto soccorso di Pietra Ligure, assaltato ininterrottamente, si è meritato perfino due pagine intere sul "Corriere della Sera" per i suoi tempi biblici di attesa. C'è chi è stato in attesa per dodici ore e poi ha dovuto tornarsene a casa con un taxi, senza che la sua colica renale fosse stata solo accertata.

Quando i lavori autostradali finiranno la situazione resterà come prima. Le ferrovie fanno quello che possono, ma fino a che il raddoppio Andora-Finale non sarà almeno progettato lì sarà il Far West, un binario solo come nelle praterie, con lo sceriffi a vigilare sul traffico. Stazioni lontane dai centri abitati, collegamenti un po' disperati.

Oggi, anzi domani si vota. Mi colpisce molto la sotto-rappresentanza che il Pd, all'opposizione in regione e probabilmente in Parlamento domani, ha scelto per “nominare” i suoi candidati a Ponente. Eppure a Savona, più di un anno fa avevano vinto. Insomma, i problemi a Ponente restano un po' come diceva Sartori, "imbelinati" lì.