Vai all'articolo sul sito completo

Commenti

3 minuti e 30 secondi di lettura
di Luigi Leone

Ad un certo punto ho pensato: oddio, gli anni avanzano e io di questo Paese non ci capisco più niente perché mi sono rincitrullito! Poi ho parlato con un conoscente, con un amico, con un avventore del mio solito bar, con qualche persona mentre stavo al supermercato. Gente di ogni età. E allora mi sono convinto che, in realtà, un po' tutti non ci si raccapezzano più.

Prendiamo il caso degli avvocati in sciopero proprio nel primo giorno del processo per il crollo del Morandi. Si astengono dal lavoro perché il tribunale di Genova ha un enorme bisogno di personale che non c'è. E il processo per il Morandi bloccherà la giustizia genovese per tre giorni alla settimana nei prossimi due anni. In tutto questo casino, un giorno non dovrebbe fare la differenza. Solo che c'è il rischio prescrizione: o nel processo sul Morandi o in altri dibattimenti che neppure conosciamo. A volte ballano soltanto delle ore. Il vicepresidente del Csm, David Ermini, così è corso a Genova per evitare lo sciopero, promettendo che due giudici arriveranno subito. Gli avvocati non si sono fidati.

Fino a quando non si vedranno i due magistrati di rinforzo avranno ragione loro. Ermini proprio a Genova è noto per essere stato il commissario del Pd. Adesso fa il vicepresidente del Csm: mah... E poi: bisognava aspettare che gli avvocati si incazzassero per mandare subito (forse) due magistrati? Non si sapeva già che il tribunale di Genova è in difficoltà e che il processo Morandi avrebbe acuito queste difficoltà?

E a proposito del ponte crollato: ora spunta un'inchiesta giudiziaria sui soldi dati ai Benetton per far ridiventare pubblica Autostrade, una vera e propria slot machine anche se si rispettassero tutte le prescrizioni che, invece, i dirigenti scelti dai Benetton hanno disatteso. Magari salterà fuori che quei denari non dovevano essere dati e che la concessione si poteva revocare per manifesta infedeltà della vecchia Autostrade.

In questo percorso sulle stranezze del Paese non può certo mancare il caro bollette. L'Ue non riesce a varare il tetto al prezzo del gas perché l'Ungheria, leggi Orban, più altri fra cui Francia, Germania e Olanda finora dicono di no. Il Pd, però, nella sua furia anti-Meloni sente solo quello di Orban, "l'amico di Giorgia". Ora, va bene la campagna elettorale, ma questo sembra davvero troppo. Tanto più se leggi un post del governatore ligure, Giovanni Toti, secondo il quale esiste la possibilità di rifondere, a imprese e famiglie, una quota delle bollette già con le norme europee in vigore e direttamente da parte del governo italiano. Mi auguro che Toti abbia torto, altrimenti c'è di che farsi venire il sangue amaro con tutti i balletti di soluzioni-non-soluzioni ai quali stiamo assistendo in queste ore.

Ah, dimenticavo: nel frattempo che dice di no a un tetto per il prezzo, la Germania - testimone un dettagliato articolo del Corriere della Sera - ottiene solo per se stessa, dalla russa Gazprom, del gas a costi molto più vantaggiosi. Ora, io e milioni di italiani siamo europeisti convinti. Ma europeisti, non scemi!

Non se ne può più. Neanche del vecchio - sì vecchio, diciamocelo finalmente - Silvio Berlusconi, che ci ripropone antiche ricette presuntamente buone per acchiappare voti: meno tasse, pensioni più alte, una paga alle casalinghe, dentiere gratuite e via elencando. Forse spera nella memoria corta degli italiani, il prode Cavaliere.

E pure Salvini mica scherza. Ai sindaci della Lega è stato chiesto di fare degli spot che cominciano: "Credo in Salvini, perché...". E poi giù tutta una serie di motivazioni che in alcuni casi la realtà si è già incaricata di smentire. Forse non ci resta davvero che Meloni. Salvo accorgersi che dopo una legislatura passata all'opposizione e dopo aver trascorso l'ultimo anno e mezzo a fare il controcanto al premier Mario Draghi, ora è diventata una draghiana di ferro.

Morale: non ci si capisce più niente. Verrebbe voglia di dire: fermate l'Italia, voglio scendere! Che in tempi elettorali significherebbe: col cavolo che mi beccate a votare, il 25 settembre! Però, siccome non penso che la cosiddetta società civile sia migliore della politica, ho sempre votato. E continuo a ritenere che alle urne sia meglio andarci. È la ragione della ragione. Ma di fronte a certi comportamenti, confesso che il dubbio viene...