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3 minuti e 22 secondi di lettura
di Franco Manzitti

Ma quali analisi del voto, flussi di passaggio tra partiti e movimenti, dotte dissertazioni sulla politica liquida alla Sigmund Bauman, ma quali ondate che alzano e abbassano i leader! Mi sono stufato e anche un po' annoiato durante l'orrenda campagna elettorale e anche dopo, davanti a tutte queste elugubrazioni post consultazione! Ho trovato un metodo migliore, più semplice e sicuro per capire come si muove, in questi tempi un po' folli, la politica italiana.

Ma dai! Basta seguire Stefano Anzalone, classe 1963, ex poliziotto, poi sindacalista Sap, pure Cavaliere del lavoro e da ultimo consigliere regionale con la lista Toti.

Ebbene questo simpatico signore, che se incominci a squadernare il suo curriculum si definisce in principio militare, poliziotto agente, è il vero diagramma della politica italiana, il sismografo dei flussi, dei cambiamenti, delle salite e delle ricadute, per citare il mitico Battisti, colui che Marco Menduni su il Secolo XIX ha brillantemente definito il “Bignami” della politica. Io sarò più cattivo rispetto a questa dotta definizione.

Non era ancora conclamato il risultato del voto che certificava lo stradeludente risultato conseguito da Noi Moderati, dove c'è Toti che lui era giù uscito dal gruppo nel quale era maestosamente approdato, manifestando la propria delusione. E' l'ultimo salto di quello che gli amici chiamano confidenzialmente Anzalò, che di salti ne sta facendo tra partiti e movimenti da venti anni, in un movimento perpetuo, tra destra, centro, sinistra, ultrasinistra, che seguirlo è come disegnare la mappa della politica italiana e anche il suo disfacimento.

Smessa la divisa da poliziotto e poi quella molto utile da sindacalista, al fianco di quell'altro genio meteora di Giovanni Palladini, fu leader potente e travolgente con la moglie star Marylin Fusco, giunta alla vetta della regione ai tempi di Claudio Burlando presidente, Anzalò è decollato dalla Margherita, cioè dall'Ulivo, prima consigliere di Municipio, poi consigliere comunale.

Era il 2007 e i pruriti sono incominciati subito, perché stava affermandosi l'Italia dei Valori di Di Pietro. Quello ex magistrato, lui ex poliziotto: una folgorazione.

Ed eccolo a volteggiare nel 2009 nella giunta di Marta Vincenzi che gli affida l'assessorato allo sport. Si, va bene, la politica si terremota un po' ma la bussola di questo Fregoli, di questo Houdinì, sa bene dov'è la stella polare, diventa assessore anche nella giunta di Marco Doria e fa pure la stampella di quella amministrazione, ma quando tutto si sfascia eccolo cambiare ancora.

C'è in pista Lella Paita, che corre per la presidenza della Regione e lui si lascia affascinare o meglio trova il ponte per volare da un'altra parte. Dietro ci sono le macerie dell' IDV, poi quelle della sventurata Marta Vincenzi, poi il ko di Doria. Ma Anzalò è già da un'altra parte. Passa attraverso Forza Italia, che uno come Berlusconi, partendo dalla Polzia di Stato proprio non te lo puoi perdere, anche se è dall'altra parte della tua rombante vita politica precedente. La Paita, poverina, aveva perso e pure male!!! E intanto chi appare sull'orizzonte ligure, oramai nel 2017: Marco Bucci, che non resiste e gli rifila una delega nella sua supernuova vita politica.

Anzalone non resiste mica tanto, la scalata, le capriole sono il suo mestiere e bisogna salire su un'altra ondata.

E' quella di “Cambiamo”, parola d'ordine per Anzalone, che Toti lancia su uno scenario ampio. Per l'ex Margherita, IDV, Ulivo, vincenziano, doriano (politicamente che nel tifo non osiamo indagare), berlusconiano, bucciano, totiano è il salto che lo fa atterrare in consiglio regionale, mica bruscolini. Che naso Anzalò-Fregoli, perchè è il momento clou del presidente regionale che però sembra durare poco sul grande scenario nazionale. Oggi la sconfitta è come un lampo e Anzalone lascia.

Dopo avere ringraziato questo personaggio unico della storia politica, pure oramai dominata dal trasformismo liquido e anche gassoso, che ci traccia la strada, mi faccio una domanda. Va bene il suo istinto, ma chi lo ha sempre accolto e premiato dalla Margherita, ai dipietrini, a Marta Vincenzi,  ai berlusconiani,a Marco Doria, a Bucci a Toti, come si sono lasciati affascinare e da che cosa e perchè?

Ora attenzione. Dove finirà Anzalone, Anzalò, dopo l'ultima giravolta? Scommettete! Non è molto difficile.