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Ci si straccia le vesti quando si parla di denatalità ma concretamente poco si fa e si lascia le mamme sole
3 minuti e 17 secondi di lettura
di Tiziana Oberti
Le conquiste delle donne non sono abbastanza e quelle poche sono fragili come cristallo. Per migliorare e per far cambiare veramente le cose bisogna non avere paura di dirlo, perchè non ammetterlo fa male soprattutto a noi.
 
Troppo spesso si guarda a una donna alla guida di un autobus con un sorrisino sul volto, e ancora troppe volte si pensa che una giovane donna che arriva ai vertici di un'azienda sia lì, non per capacità, ma perchè è raccomandata o peggio c'è sempre il pensiero che abbia frequentato un uomo di potere e solo per questo sia lì.
Ancora difficile trovare qualcuno che pensi che sia lì a ricoprire quel ruolo semplicemente per le sue capacità, per il merito.
Prendere un caffè o mangiarsi una pizza tra due uomini e due donne è normale ma quando si tratta di un uomo e una donna c'è chi, ancora oggi, non si trattiene da pensare che ci sia qualcosa dietro. Senza parlare di quando l'uomo e la donna rappresentano due enti, due società.
 
Inutile negare perchè questa è la realtà, per fortuna non riguarda tutte e tutti, ma è ancora così per molte.
E a me fa arrabbiare, terribilmente. 
 
Qualcuno dice che la gente è cattiva ma questa, secondo me, è solo una scusa. C'è una mancanza di cultura su questo che invece di migliorare, peggiora.
E' vero le donne fanno più cose ma a che prezzo? Come giornalisti sappiamo riempire i giornali di titoli che mettono in luce la prima donna arbitro, la prima astronauta, la prima comandante degli alpini, la prima donna premier, solo per citare alcuni esempi, ma a me questa soddisfazione 'rosa' lascia poi l' amaro in bocca.
Essere arrivata in certi ruoli rappresenta sì un successo, certo ma a me dà fastidio che ci si fermi lì e non si vada oltre.
 
Un po' come la querelle sul femminile o sul maschile. Non dico non sia giusto ma penso che ci siano argomenti più urgenti su cui dibattere per una donna. Perchè sì nel 2022 una donna che rimane incinta, per esempio, non viene ben vista nel proprio ambiente di lavoro. Il primo pensiero, di norma, è "ora chissà per quanto non la vediamo" ed è inutile storcere il naso e dire che non è vero perchè è così. Poi ci sono anche i casi raccontati sui giornali quelli di assunzioni al nono mese di gravidanza ma sono l'eccezione. 
Una donna nel 2022 si trova ancora a dover scegliere troppo spesso tra essere madre e la carriera, ognuno di noi lo sa. Diventare madre è una scelta che cambia la vita, è così per molte cose, diversi aspetti, e certamente per quello lavorativo. Ancora oggi in troppi casi una collega incinta è vista dai colleghi uomini come un peso, come "una su cui difficilmente ci si potrà contare come prima". Quello che è certo che in Italia gli aiuti alla maternità sono ancora troppo pochi anche se paragonati ad altri paesi. Una mamma deve fare i salti mortali sempre divisa tra la sensazione di essere una cattiva madre se dedica una ora in più al lavoro, o il senso di colpa per non poter finire un progetto lavorativo come prima.
 
Ci si straccia le vesti quando si parla di denatalità ma concretamente poco si fa e si lascia le mamme sole. Perchè sì, puoi avere un bravo compagno che fa anche il padre, attenzione non il mammo ma il padre, ma la responsabilità principale ce l'avrà sempre la mamma.
E tra le conquiste di cristallo c'è anche quella di decidere di non essere madre. Ma ancora per la società è di difficile comprensione.
Le donne lavorano e vengono pagate meno degli uomini in tantissimi campi ancora oggi, non è una percezione, è una certezza.
 
Sapere che entro il 2026 avremo il 40% di donne nei consigli di amministrazione di grandi aziende solo per una direttiva europea a me oggi non fa gioire mi lascia solo dell'amaro in bocca.
Ancora una volta, per come la vedo io, il fantomatico tetto di cristallo non è stato rotto, anzi.