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1 minuto e 6 secondi di lettura
di Michele Varì

Un collega si chiede il perché di questa "maroccomania" avvertendo con grande eleganza che i calciatori del Marocco non sono dei dilettanti allo sbaraglio ma professionisti strapagati che giocano nei grandi club europei.

Io che vivo nel centro storico di Genova tifo Marocco perché ho tanti amici marocchini, perché sono marocchini il mio barbiere, i miei fruttivendoli, uno dei mie baristi, persino uno dei panettieri dove compro la focaccia (la migliore per qualità prezzo), perché la comunità marocchina è da sempre importante e integrata, perché quando ho avuto bisogno di un favore nei marocchini ho trovato sempre disponibilità, perché il mio lavascale è marocchino ed è, come tutta la sua famiglia, una persona bellissima, e potrei dire quasi lo stesso per senegalesi, nigeriani, tunisini e albanesi, ecuadoriani, peruviani, eccetera...
Tifo per i migranti perché io stesso sono stato migrante e so cosa significa esserlo, persone che però tanti ancora discriminano, un'istintiva solidarietà, insomma, certo se poi il Mondiale lo vince una nazione che non ha mai vinto meglio ancora.
Aggiungo anche, tifo Marocco perché senza i figli dei marocchini e degli altri migranti la scuola dei mie figli avrebbe dimezzato le classi o chiuso.

Ah, per ultimo, tifo Marocco anche perché nelle ultime partite di calcetto del lunedì sera senza di loro non riuscivamo mai a essere in dieci per giocare, e non è poco...