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di Matteo Angeli

GENOVA - Una nuova dicitura in etichetta per allungare la vita degli alimenti riducendo così lo spreco.  La Commissione europea lancia la proposta di aggiungere alla classica dicitura "Da consumarsi preferibilmente entro il..." e la data, anche il nuovo avviso "Spesso buono oltre...".
Il provvedimento è volto a ridurre lo spreco di cibo, perché consente "una migliore comprensione della data di scadenza", influenzando "il processo decisionale dei consumatori in merito all'opportunità di consumare o eliminare un alimento". La norma era stata annunciata nel 2020 e dovrebbe entrare in vigore nelle prossime settimane.

Secondo le stime del progetto di ricerca FUSIONS, finanziato dall'Unione europea, ogni anno sono circa 88 milioni le tonnellate di cibo che viene buttato nell'UE, pari a 173 chilogrammi a persona. Le famiglie e il settore della trasformazione alimentare rappresentano il 72 % di tale spreco.

Come ricorda Altroconsumo la dicitura "da consumarsi preferibilmente entro" seguita da mese, anno e in alcuni casi dal giorno, indica invece fino a quando un prodotto alimentare (come la pasta, la farina, i biscotti) conserva le sue caratteristiche specifiche – nutrizionali e di gusto, aspetto e aroma – se si rispetta un’adeguata conservazione. Raggiunto o superato il giorno indicato sulla confezione non sono dannosi per la salute e possono essere ancora consumati: l’alimento è ancora commestibile, in certi casi addirittura per mesi.Secondo una inchiesta, solo il 37% degli italiani comprende correttamente il significato delle date riportate sugli alimenti e la importante differenza fra data di scadenza e termine minimo di conservazione.

La nuova etichetta voluta dall'Ue ha già ricevuti consensi un po' da tutte le parti e chissà che davvero non serva a qualcosa. Speriamo perché spesso in passato l'Unione Europea ha promosso iniziative inutili se non addirittura ridicole.

L'Inghilterra ha preso una strada diversa, molti italiani l'hanno applaudita e vorrebbero che il loro Paese seguisse uguale. Europeisti e non europeisti si dividono come è normale che sia in un paese di Guelfi e Ghibellini. Ciclicamente, i governi nazionali ricorrono alla retorica del fantomatico nemico esterno a cui dare le colpe di problemi dovuti a loro inadempienze. Il famoso “ce lo chiede l’Europa".

Indubbiamente sono molti i vantaggi acquisti nel tempo. L'introduzione del Mercato Unico grazie al quale le persone, le merci, i servizi e il denaro circolano liberamente creando milioni di posti di lavoro in più. Da giugno 2017, quando andiamo in un altro Paese europeo non paghiamo più un sovrapprezzo per telefonare, andare sui social o mandare messaggi: la fine del roaming selvaggio.
E poi, cosa che ora sembrano scontate, come l’introduzione del iban valevole in tutta Europa e il numero unico da comporre in caso di emergenza sia su rete fissa che mobile: il 112. 

 Intanto gli ambasciatori degli stati presso l'Unione europea hanno deciso di rinviare la decisione di approvare lo stop per auto e furgoni a benzina e diesel a partire dal 2035. Ma questa è un'altra storia. Tutta da decifrare...