Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Leone, il suo editoriale "Caso Imperia, ministri chiacchieroni e karaoke di Salvini: politica impazzita" mi ha suggerito alcune riflessioni.
Proprio in questi giorni sto leggendo lo splendido libro "Io sono libero" del mio caro amico Giuseppe "Peppe" Scopelliti colui che, mi nominò, a 17 anni, Segretario Provinciale del Fronte della Gioventù di Imperia. Da lì, grazie al cammino di una intera Comunità ho avuto l’onore e, molto più spesso, l’onere di rappresentare costantemente per circa 23 anni il mio Partito e la mia Città in ogni sede istituzionale.
L’ho fatto, sicuramente anche sbagliando, ma certo di aver sempre scelto come “extrema ratio” l’anteporre, esclusivamente, l’interesse della mia Comunità alla mia personale.
L’ho fatto sempre sostenuto da larghissimi e a volte inaspettati successi elettorali quelli sì, spesso, personali e “in solitaria”. Ho avuto la fortuna di incontrare, conoscere e condividere alcuni percorsi con donne e uomini che oggi rappresentano il nostro Paese nelle più alte sedi istituzionali nazionali ed europee.
Ho vissuto, da Sindaco sulla questione Porto, vicende che ritengo mai dovrebbe essere neppur lontanamente accostate ad una pubblica amministrazione. Porto che, a distanza di ormai 12 anni, rimane il vero sogno infranto per Imperia e gli imperiesi.
Penso ad una Imperia Libera, Nuova, “uguale” per tutti e a quello che la destra ha rappresentato per intere generazioni di giovani in Italia che sognavano la “rivoluzione” come cambiamento.
Ho saputo stare in silenzio, per oltre cinque anni, nonostante ci fossero nel tempo situazioni in cui, forse, sarebbe stato doveroso proprio in qualità di ex Sindaco, intervenire.
Se, venendo al punto, si possa confondere l’incoerenza con, forse, quella che potrebbe sembrare irriconoscenza resta una valutazione del tutto personale che rispetto, ma sulla quale, lei capirà, mi trovo in disaccordo.
*Paolo Strescino, Fratelli d'Italia, ed ex sindaco di Imperia