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di Maurizio Rossi*

Conosco bene sia Carlo Calenda che Matteo Renzi, decisamente meglio Calenda con il quale eravamo in Italia Futura nel 2011/12, il Think Tank fondato da Luca Cordero di Montezemolo di cui fui dal primo momento socio e sostenitore.

Poi alle elezioni del 2013 Calenda non venne eletto nel collegio a Roma e fu un brutto momento per lui. Gli stetti molto vicino, perché è una persona che sicuramente merita, un buon organizzatore, con una cultura e una preparazione sicuramente superiore alla maggior parte dei politici italiani. Gli avrei dato volentieri un sostegno in questo periodo ma diciamo chiaramente che proprio lui mi ha tenuto lontano perché probabilmente mi conosce e sa che comunque non sono uno “yes man” che si fa dire che cosa deve fare.

Renzi è un fuoriclasse, simpatia unica, ti mette a suo agio, mi ha fatto una corte notevole perché entrassi nel Pd quando era segretario e Presidente del Consiglio. Io ero andato nel gruppo Misto dopo la fine di Scelta Civica, il partito con il quale venni eletto con leader Mario Monti e ci restai. Renzi non ha mai paura di avere vicino persone forti e indipendenti anzi, sono le persone che lo interessano di più. Mi ricordo una sera che stavo facendo ginnastica a Roma alle 22 e mi chiamò sul cellulare. Io non avevo il suo, era il Presidente del Consiglio.

Mi chiese, più curioso che arrabbiato, perché lo avessi attaccato quel giorno in Commissione di vigilanza Rai sulle frasi che aveva detto contro il conduttore Floris. Pensavo fosse uno scherzo, ma nel dubbio presi sul serio la telefonata e parlammo per oltre 20 minuti del perché e il giorno dopo scoprii che era davvero lui ad avermi chiamato. Poi quando venne a Genova passo tutta la serata alla Terrazza Colombo dove lo avevo invitato insieme a una parte del mondo economico e associativo ligure. Quella sera, su mia esplicita richiesta, nacque il treno Genova-Roma, un po' più veloce, che passa da Firenze. Non posso dimenticare anche che Renzi è stato sempre un grande estimatore dell’emittenza televisiva locale di qualità.

L’ultima volta che ho visto Renzi, di Calenda mi disse: "La mattina ti chiama e sembra che ti voglia bene e che sia semplice trovare un accordo, poi dopo qualche ora leggi su un sito di un giornale sue dichiarazioni dove parla di te come fosse il peggior nemico, Carlo è così”. Non ha torto Renzi, Calenda corre molto per essere unico leader, ha sempre trovato difficoltà a rapportarsi con chi può contrastarlo, inoltre gli ultimi risultati elettorali lo avevamo ulteriormente "gasato" e il suo ego si è ulteriormente rafforzato.

Alcuni amici e giornalisti di Primocanale sanno bene cosa gli dissi quando si sono "associati", per creare un gruppo unico, ritenevo assolutamente impossibile una convivenza fra i due e che non sarebbero durati più di un anno.

Renzi politicamente è decisamente superiore a Calenda, gli ha dato lo scettro della coalizione ma in modo provvisorio, anche perché voleva guardare che risultato elettorale sarebbe uscito fuori inoltre, avendo in mano la leadership Calenda, di fatto, l’opinione pubblica avrebbe ritenuto lui maggiormente responsabile di successi e insuccessi, e per questo lo ha lasciato correre da leader proprio per non avere responsabilità oggettive degli eventuali insuccessi.

Oggi la partita è un'altra: Calenda si è indebolito e Renzi ha deciso che questo era il momento di rompere, ma non lo ha fatto lui in modo palese anzi, ha irritato Calenda per far sì che fosse lui a rompere e a perdere le staffe sino a scrivere di tutto e di più del passato, secondo lui, discutibile, almeno eticamente, di Renzi. Peccato che ci sarebbe da chiedersi oggi, visto che Calenda sapeva benissimo tutte le cose che ha scritto contro Renzi molto prima che nascesse l’ipotesi di "gemellaggio" tra Azione e Italia Viva, perché fino a ieri gli andasse bene Renzi anche col suo passato e solo ora, rotti i rapporti, diventa una persona infrequentabile tantomeno con cui creare un partito unico. Su questo Calenda mostra i suoi limiti, non è riuscito a stare in silenzio, ha dovuto "vomitare" tutto il possibile sull’ex partner con cui si dava i "buffetti e scappelotti simpatici" alla Convention di presentazione dell’accordo tra i due.

Lo dico senza dubbi: se dovessi scegliere tra i due starei con Renzi, anche se Calenda avrebbe tante capacità operative che dovrebbe utilizzare
al meglio. Sintetizzando alla fine Renzi è un politico tra i migliori del Paese, Calenda un tecnico decisamente preparato che può coprire ruoli decisamente importanti con competenza, e infatti ha funzionato al meglio proprio quando Renzi lo ripescò come Ministro nel suo Governo.

*Maurizio Rossi, Senatore XVII legislatura