Faccio ammenda di quello che ho scritto tante, troppe volte. A proposito del Pd, dalla fine del breve regno di Renzi al dopo che ne è seguito con Zingaretti e Letta e oggi con la Schlein che, secondo gli acuti osservatori della politica, avrebbe dovuto rivoluzionare questa specie di piccolo catafalco (scusate l’ossimoro) in due mesi. Certo, se perderà anche alle Europee qualche riflessione andrà fatta. Ma state tranquilli: c’è già pronta una bella squadretta di siluratori per lanciare i colpi bassi e bassissimi a Elly, senza avere sostituti da piazzare al posto della ragazza troppo di sinistra.
Faccio ammenda di avere scritto tante volte che bisognava cacciare i vecchi e lasciare il posto ai giovani. Il vero problema è che i giovani del Pd, in gran parte non sono vecchi. Sono matusalemme della politica. Surgelati a Roma e a Genova. Quindi faccio una proposta a chi si appresta, speriamo, a organizzare un bel congresso di quelli di un tempo, dove entrava un vincitore che, magari, usciva sconfitto da un altro, uscito a sorpresa o quasi..
Via i giovani e largo agli anziani. Largo ai Nonni con la “N” maiuscola, che sono la vera forza della sinistra in Italia per non parlare di Genova città che si fregia del primato di essere la più anziana d’Europa.
Ridate le redini di quel che resta del partito dei lavoratori e degli operai, del partito dei deboli e degli ultimi, ai Nonni. Pochi giorni fa ero con questi alla celebrazione dei 130 anni della nascita di Togliatti. Nonni di sinistra come Mario Margini che ringraziando per gli auguri in occasione dei suoi ottant’anni ha pronunciato, udite! udite! la parola Operai. Oggi troppo spesso sostituita da Potere. Come Claudio Montaldo che dopo aver fatto tutto nel vecchio partito oggi guida il comune di Ceranesi in quella Valpolcevera dove la sinistra sfiorava il 70 per cento, a Marta Vincenzi prima sindaca di Genova travolta dai disastri ambientali combinati da altri trent’anni prima e abbandonata rapidamente e in modo ingrato dal suo partito, a Claudio Burlando che il partito lo conquistò da ragazzo sfidando e battendo in congresso davanti a tutti, gli anziani di allora che era gente che non mollava l’osso facilmente, a Silvio Ferrari, che disegnò una città della cultura con la saggezza del professore, a Mario Tullo, comunista da bambino e quindi con ampia esperienza….
Direte: eccolo il vecchietto nostalgico che ora, completamente fuori di testa, difende la sua categoria anagrafica. Sì, è vero: difendo la mia categoria. Perché non posso farlo? D’altronde, cari amici, nei partiti democratici vincono le categorie più forti , numerose e per questo, rappresentate sì o no? Dunque che a Genova, città dei Nonni, vincano i Nonni anche nel partito della sinistra. Semplicemente perché sono di più. Tutto qui.
Se poi non ci riusciranno nemmeno questi a tirare fuori la sinistra dalla palude, basta. Chissà, magari toccherà all’avvocato Conte e alla sveglia Appendino rifarla. Oppure come ricordava Matteo Cantile ci sarà pronta la nuova “scissioncella” d’annata fatta in un partito sempre più sottile e , ahimè, ininfluente. Magari, ma sì, diciamola tutta, per fare una nuova e bella Diccì con un po’ di Forzaitalia, di Centro Centrino, di Vivalaborghesia e di C’éposto per me, di Moderatissimologiuro!
Aggiungo al beneficiario del consiglio partigiano anche il sindaco Bucci. Caro sindaco, ha in giunta qualche Nonno? Se sì, lo rafforzi di poteri, se no, ne cerchi uno sveglio e lo piazzi bene in vista, con la responsabilità, naturale per i Nonni , di girare per la città, osservare, raccogliere pareri e critiche, smontare idee che non stanno in piedi, spingendo quelle ragionevoli. Un assessorato al “Controllo dello stato e dell’umore della città”, in parole povere, la manutenzione globale della città fisica e della sua gente, affidato a un ultrasettantenne certamente attivo. Dove sono i marciapiedi dissestati, dove le auto parcheggiate in seconda fila, magari davanti a un asilo, dove un cumulo di rumenta dimenticata da giorni, dove un giardinetto di piante secche, dove una giungla amazzonica che rosicchia una “creuza de mà”, e potrei andare avanti ancora.
Un nuovo “Umarell” (pensionato che s’ aggira, per lo più con le mani dietro alla schiena, presso i cantieri di lavoro, controllando, facendo domande, dando suggerimenti o criticando le attività che vi si svolgono) che questa volta non si limita a guardare i cantieri con le braccia incrociate dietro la schiena, ma riferisce, suggerisce, stimola, capta opinioni, assimila mugugni, e alla fine urla magari, anche più del signor sindaco! Perché se i Nonni si mettono a urlare e, magari, a nel futuro dovessero disertare anche loro le urne sarebbero davvero guai grossi.