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2 minuti e 33 secondi di lettura
di Franco Manzitti

È una storia poco conosciuta come incominciò il rapporto tra Silvio Berlusconi, leader appena lanciato e Claudio Scajola, allora sindaco di Imperia per la seconda volta con una lista civica.

Scajola me la raccontò con una punta di modestia, mista a sorpresa.

Il Cavaliere, che aveva stravinto le elezioni del 1994, doveva andare a Sanremo a tenere un comizio e da buon conoscitore di uomini “pescò” il sindaco Scajola tra chi poteva dargli la mano a conquistare la “città dei fiori” nella sua prima calata.

Qualcuno di molto fidato gli consiglio quel sindaco con un passato già intenso, di chiara radice democristiama e allora diventato “civico” ante litteram.

Scajola fece così bene che quel comizio fu un tale successo da convincere il Cavaliere a avvicinare meglio il sindaco di Imperia. Si conobbero bene, si “filarono” alla perfezione, tanto e vero che alle successive elezioni politiche Claudio fu candidato a Imperia nelle fila della “nuova” Forza Italia. E ovviamente fu eletto alla grande.

Ma frequentandolo Berlusconi capì che quel post dc, così attivo, aveva doti organizzative non comuni e profonda conocenza dei meccanismi di partito.

A Roma nacque una vicinanza molto pratica che il fiuto del Cavaliere indirizzò bene verso il nuovo deputato venuto da Imperia.

Un giorno Berlusconi mi telefonò per invitarmi a uno dei suoi ricevimenti romani ha raccontato Scajola anni dopo a chi scrive e io andai convinto di trovarmi davanti alla solita festa per la quale lui stava già diventando famoso. Arrivai a Palazzo e con mia grande sorpresa non c’era nessuno. Anzi c’erano solo i suoi fedelissimi, Confalonieri, Letta, Galliani, Previti, Dell’Utri…”

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“Berlusconi mi presentò con gentilezza a tutti con questa premessa: Claudio è un mio amico che conosce molto bene come si organizza un partito ed ora ve lo spiegherà”. Il racconto di quella incredibile serata romana nella prima “reggia” del Cavaliere prosegui con la reazione tempestiva di Scajola, che non si fece cogliere impreparato".

Da conoscitore profondo dello Statuto Dc sapevo come era organizzato un partito e lo raccontai senza tentennamenti: certo la vecchia Dc non era Forza Italia che Berlusconi stava costruendo, ma la relazione improvvisata di Scajola fu talmente efficace che tutti si convinsero che se c’era uno che poteva dare una mano a organizzare il nuovo partito, nato dall’idea del Cavaliere, e che aveva vinto a sopresa nel 1994, questi era Scajola.

E così fu: con quel modello in tasca e con la grande novità che Berlusconi stava portando nella politica, Forza Italia nacque anche sul territorio e con il timbro imperiese di quell’ex sindaco che avrebbe fatto una lunga e importante e non certo incontrastata carriera nell’ alveo del movimento berlusconiano, fino a diventare ministro, la prima volta nel 2001 addirittura agli Interni e alla vigilia del G8 genovese. Il resto di quella carriera con salite, discese, clamorose dimissioni, rientri è un’altra storia che ha segnato Scajola nel profondo. Ma certo tra lui e Berlusconi è rimasto un legame forte che nessuno dei due ha mai sconfessato.

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