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di Elisabetta Biancalani

Già il titolo è curioso: Trenitalia, maga nei giri di parole, scrive “Azioni PER LIMITARE I DISAGI a seguito dell’aumento dei contagi da Covid-19” nella pagina del suo sito dedicata ai provvedimenti di questo periodo di pandemia. Detta così sembra che possa pure finire bene, nonostante tutto: si parla infatti di limitare i disagi, per poi scoprire però che ti stanno invece propinando i tagli di decine di treni, altro che limitare i disagi! Pensare se non li avessero voluti limitare che cosa sarebbe successo! I contagi si alzano anche nel settore ferroviario, ovviamente, ma già i sindacati (che presumiamo conoscano la realtà interna di Trenitalia), accusano società di “nascondersi dietro a una foglia di fico”, insomma di usare il Covid come scusa per celare carenze di personale.

In Liguria in 5 giorni – tra il 10 e il 14 gennaio - sono previsti 46 regionali AL GIORNO IN MENO, tutti diligentemente catalogati sul sito di Trenitalia e, così dichiara, sostituiti da bus (apprezzabile, ma immaginate quanto tempo può impiegare un bus sostitutivo di un treno regionale che fa quasi tutte le fermate da Savona alla Spezia? Ci vuole un giorno di viaggio, fuori autostrada, raggiungendo le varie stazioni a orari imprecisatissimi perché è impossibile calcolare con esattezza il traffico quindi immagino che viaggino vuoti, ma almeno si dà lavoro a qualche autista privato, e ne sono lieta).
Altro problema: Trenitalia, regolandosi sulle presenze del personale, cercando di pianificare con tutte le comprensibili difficoltà del caso, comunica ogni settimana i treni soppressi, che cambiano in base alle fasce orarie e al numero di viaggiatori, quindi è impossibile sapere se la settimana prossima si potrà viaggiare con il solito treno, che in molti casi, soprattutto per le madri pendolari con figli da ritirare allo scuolabus, è l’unico che consente incastri lavoro e ingresso/uscita da scuola. Ma si può vivere così alla giornata e avere un equilibrio psicologico? Difficilissimo, ve lo assicuro, anche per i più pacifici e fatalisti, quelli del “farsene sempre e comunque una ragione perché intanto non ci puoi fare nulla” che è il mantra in epoca Covid.

La spiacevole novità in cui mi sono imbattuta poco prima di scrivervi è che i tagli riguardano a sorpresa anche i treni ad alta velocità, facendo ripiombare i pendolari e viaggiatori occasionali, nell’incubo della prima parte della pandemia, quando ci fu una moria di treni pazzesca, quando era quasi impossibile raggiungere il capoluogo dalle varie province. Stamani sarei voluta salire su un Freccia bianca ma la app di Trenitalia (già da ieri quando ho provato), non me lo faceva prenotare: talvolta ci sono degli intoppi della app, che però non scriveva SOPPRESSO, ma solo OPS! Questa soluzione non è disponibile, come a volte fa quando i treni sono pieni. Ho chiesto in biglietteria e il responso è stato “soppresso”. Fino a quando? Presumibilmente fino a quando non è prenotabile il posto, ma anche in caso positivo potrebbero decidere di sopprimerlo il giorno stesso. Infatti non esiste una lista dei treni a lunga percorrenza soppressi (contrariamente ai regionali). Nella comunicazione di Trenitalia, dell’11 gennaio, le modifiche sono comunicate prima della partenza (che non esiste perché non c’è il treno!) a mezzo e-mail, sms oppure dal personale di Assistenza clienti presenti nelle stazioni (quindi quando ormai sei arrivato in stazione convinto che il treno ci fosse). Previsto il rimborso totale del biglietto (bontà loro) per chi, a causa delle modifiche deciderà di rinunciare al viaggio.

Insomma, ok la pandemia, ok le incertezze in tutti i settori, ci sta tutto, ma come si fa ad andare avanti così? Peraltro in una regione dove l’alternativa autostrade è improponibile oltre che per i costi anche per i cantieri che creano code anche qui imprevedibili, questa volta non per il Covid ma perché, ricordiamo, non si sono fatti lavori per anni e neppure nel 2020 quando l’Italia era ferma in lockdown…