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di Claudio Mangini

La liberazione della Sampdoria, la liberazione da Ferrero, l’hanno definita i tifosi. Il 30 maggio, l’accordo con la precedente proprietà. Il 16 giugno, il cda decisivo. E poi, sabato, la festa numero 18 degli Ultras Tito Cucchiaroni, la prima al Ferraris, fra il passaggio di fatto della società sampdoriana da Ferrero al tandem Radrizzani - Manfredi e il penultimo tassello, l’iscrizione al campionato (l’ultimo sarà la chiusura anche formale della trattativa, prevista per settembre).

Il momento della serenità, dei visi finalmente distesi. Marco Lanna festeggiatissimo («Un presidente/c’è solo un presidente»), i suoi ringraziamenti ai tifosi blucerchiati «per il supporto in stile Sampdoria»), quelli dell’altro membro del Cda Gianni Panconi («Sono stati mesi drammatici, senza di voi non ce l’avremmo fatta, scusate se non siamo riusciti a salvare prima la Sampdoria»). E quel gruppo di ragazzi con i capelli appena ingrigiti e la felicità nel cuore, gente che ha indossato quella maglia e l’ha ancora cucita addosso, riuniti in una foto di gruppo al centro del prato: Lanna, Nicolini, Kutuzov, Volpi, Balleri, Flachi, Bazzani, Casazza, Pazzini, Bellucci, Palombo, Pedone, Pozzi.

Pietro Vierchowod, un altro che non si è mai scollato di dosso la sampdorianità, un altro che dice sempre quello che pensa, qualche giorno fa a Primocanale ha dichiarato: «Legrottaglie? Si partirebbe col piede sbagliato. Ci sono tanti ex Sampdoria che possono svolgere il ruolo di direttore tecnico». Già, nei sogni di Marco Lanna, e anche in quelli di Vialli, c’era una Sampdoria con tante facce di sampdoriani doc. Pensate a una società con Mancini e il suo staff – Lombardo, Salsano, Evani e altri ancora – in panchina, Pagliuca preparatore dei portieri, Vierchowod a lavorare sulla fase difensiva, Fausto Pari manager, Invernizzi  ancora al settore giovanile dove sta lavorando benissimo, Ivano Bonetti, che continua a postare foto in maglia blucerchiata («i colori più belli del mondo») in qualche altro ruolo, ma dentro anche lui, magari Cerezo a consigliare talenti dal Brasile. E altri ancora, e naturalmente Marco Lanna, in un ruolo di vertice, lui genovese, sampdoriano innamorato. L’organigramma dei sogni, e i sogni qualche volta – magari non esattamente – si realizzano.

Ma è alla concretezza del presente che si deve pensare oggi. Da poche ore al comando c’è Andrea Radrizzani con Matteo Manfredi e a loro bisogna solo dire grazie e dare fiducia. Un’operazione convinta, la loro. Una specie di blitz. Con l’effetto numero uno, il salvataggio della Sampdoria dal rischio fallimento, e quello numero due, la “liberazione” da Ferrero. Un’entrata in scena decisa, lucida, razionale nelle strategie, efficace nelle mosse, con il grande, macroscopico, aiuto degli uomini di casa Sampdoria, che hanno lavorato, negli ultimi tempi, a tappe forzate.

Radrizzani si sta affidando alla consulenza di un ex Sampdoria, Fabio Paratici, probabilmente affiderà il ruolo di ds a un altro ex, Riccardo Pecini. Nell’organigramma potrebbe esserci, quale uomo di sua fiducia, Nicola Legrottaglie come direttore tecnico. C’è molto made in Juventus, in tutte queste opzioni. Compreso Fabio Grosso, che al momento è in pole per la panchina e incarna il compromesso fra giovane età (46) ma già con esperienza e risultati (campionato di B appena vinto con il Frosinone) e pure immagine pulita e mediaticamente forte. Lui, uno degli eroi del Mondiale 2006, forse l’eroe numero uno. E, intanto di lavora già su una rosa ampiamente da rifondare, partendo da una certezza: Falcone sarà quasi certamente riscattato; lui o Audero sarà il titolare, dietro Ravaglia, altro sampdoriano doc. E poi si costruirà tutto il resto. E sarebbe bello che per Lanna ci fosso un ruolo di riferimento anche in futuro, in questa Sampdoria.

Per ora, c’è da godersi la festa della liberazione blucerchiata. Con la convinzione che il nuovo tandem Radrizzani-Manfredi sia così sensibile, saggio e lungimirante per sapere che da una cosa si deve ripartire: il dna blucerchiato.