GENOVA -Accade da sempre negli ecopunti, i locali dei bidoni della spazzatura del centro storico (dove vivo), ma sta succedendo anche nei cassonetti della spazzatura di nuova generazione disseminati nel resto di Genova, come a San Fruttuoso dove mi reco spesso: mucchi di sacchetti della spazzatura accatastati, buttati sui bidoni o anche per terra, carta, vetro, plastica, indifferenziata, umido come succedeva solo tanti anni fa quando c'era lo sciopero degli operatori ecologici dell'Amiu.
La vergogna è che i cassonetti seppelliti dalla spazzatura non sono strapieni come si potrebbe immaginare, ma desolatamente vuoti. I cittadini non vogliono fare il minimo sforzo di spingere i sacchetti nelle bocchette o alzare il bidone o anche solo schiacciare la leva a pedale e sistematicamente in tanti, troppi, abbandono la rumenta sopra, anzi, quasi sempre, se non visti, la lanciano.
E non azzardatevi a dire che è colpa dei soliti extracomunitari perchè questa deprecabile abitudine è bipartisan, non risparmia nessuno.
La riprova l'altro giorno in un ecopunto di vico Sauli nel centro storico: vedo davanti a me un elegante cinquantenne genovese in giacca e cravatta che conosco di vista. Quando io sto per entrare lo scorgo con la coda dell'occhio mentre abbandona due sacchetti sul cassonetto della plastica ed esce veloce. Io immagino che il bidone deve essere strapieno. E siccome devo riciclare anch'io un sacchetto di plastica alzo il cassonetto. Quello che vedo è quasi un pugno allo stomaco, non esagero: il contenitore è vuoto, vuoto! Ma tutt'attorno c'è un cimitero di sacchetti gettati più o meno sopra e ai piedi del cassonetto. Butto il mio sacchetto (nel cassonetto) e con un filo di rabbia mi guardo intorno alla ricerca del cittadino così ben vestito: l'ho visto girare l'angolo, affretto il passo, vorrei dirgliene due e chiedere con gentilezza perché non ha fatto il minimo di sforzo di aprire il cassonetto.
Ma è come sparito nel dedalo dei vicoli, fuggito come un ladro, scappato come uno scippatore di civiltà che forse ogni giorno in ufficio o sui bus pontifica e accusa tutti e tutto perché la città è sporca, per la maleducazione di chi non lascia il posto agli anziani sul 18 sbarrato, di chi non pulisce la popò del proprio cane.
Questo post è dedicato a te chiacchierone da bar o compulsivo schiavo dei social che hai l'abitudine di lasciare il sacchetto al fianco o sopra, o sotto i bidoni: nel leggere queste poche righe vergognati e ringrazia che non sono e non neppure l'ambizione di essere sindaco perchè dedicherei ogni giorno due operatori di ogni quartiere per dare caccia a quelli che sporcano la nostra città, dimenticano di pulire le deiezioni del proprio cane, gettano le cicche per terra o peggio nei tombini (ma perché ?), o amano disfarsi dei sacchetti della spazzatura gettandola sopra i cassonetti. Come hai fatto tu elegante e insospettabile cinquantenne in giacca e cravatta dell'ecopunto di vico Sauli.
ps, la foto è stata scattata in un giorno fortunato