Riceviamo e pubblichiamo con piacere la cortese e costruttiva risposta del vice Ministro Edoardo Rixi alla lettera aperta dell'editore di Primocanale Maurizio Rossi preoccupato dalle ripercussioni che potrà avere sulle autostrade liguri la chiusura per tanti mesi del traforo del Monte Bianco. (LEGGI QUI)
Caro Maurizio, caro editore,
raccolgo con piacere il tuo invito per parlare di infrastrutture e di quello che ci aspetta nei prossimi anni. Temi sensibili per il futuro del nostro Paese come il traforo del Monte Bianco, la Torino-Lione, il Col di Tenda dobbiamo tutti discuterli insieme ai francesi a livello nazionale per trovare una condivisione sulla gestione dei traffici, sui valichi delle Alpi occidentali e di parte delle Alpi centrali. Per noi oggi, paradossalmente, è più facile dialogare con la extra comunitaria Svizzera che con un Paese comunitario come la Francia.
Per la Valle d'Aosta, e le regioni vicine come la Liguria, avere 3 mesi e mezzo di chiusure per 18 anni è insostenibile. Stiamo cercando di convincere i francesi a lasciarci fare la ‘seconda canna’ del Monte Bianco. Sono in contatto col ministro degli Esteri Antonio Tajani, ho parlato anche con l'ambasciatore francese al G7 Trasporti in Giappone e con la Commissaria europea Adina Valean. Un’opera fondamentale per rispettare la direttiva Ue sulle gallerie, nata dopo la tragedia del 1999 in cui un incendio all’interno della galleria costò la vita a 39 persone. I lavori durerebbero 4 anni, col tunnel storico sempre in servizio, e l’opera conclusa eliminerà le lunghe code di automezzi in entrata e uscita abbattendo cosi le emissioni. Inoltre, dividendo i flussi di traffico il livello di sicurezza farebbe un notevole passo in avanti.
Sul tema autostrade sappiamo entrambi che abbiamo un periodo di manutenzione e ricostruzione delle sezioni che nei prossimi anni saranno più a rischio. I nostri nonni sono stati bravi dopo la guerra a rimettere in piedi il Paese più rapidamente di altri, ma ora registriamo una vita media delle opere tra le più alte in Europa. Alcune vanno rinnovate, altre abbattute e riedificate. Ci sono incentivi come Marebonus e Ferrobonus utili per spostare il traffico su gomma verso mare, laghi, fiumi e ferrovia. Stiamo lottando per farli diventare sostegni strutturali perché funzionano bene e ci aiutano in modo concreto a spostare sulle "autostrade del mare" una parte del traffico destinato altrimenti a strade e autostrade ormai sature.
La viabilità alternativa rappresenta un punto imprescindibile. La Liguria sta vivendo un periodo di fermento come non accadeva dagli anni ’50 con investimenti miliardari che ruotano intorno al completamento delle Aurelie bis, la Gronda, il tunnel subportuale e quello della Val Fontanabuona, il riassetto del Tpl a Genova, l’Alta Velocità verso Milano, il Nodo ferroviario e il Terzo Valico che sposterà su ferrovia decine di migliaia di rimorchi e container fino al nuovo Interporto di Alessandria. L’assessore regionale allo Sviluppo economico, Andrea Benveduti, ha proposto al Mit un treno veloce che attraverserà gli Appenini – via Terzo valico – fino a Milano con destinazione viale Forlanini dando ai passeggeri la possibilità di un interscambio con la linea 4 della metro che porta fino all’aeroporto di Linate. Nell’Imperiese stiamo riflettendo sul rilancio della Armo-Cantarana e stiamo cercando di far crescere, col cambio di governance, l’aeroporto Cristoforo Colombo.
La Liguria non è ferma, sta cercando di recuperare il gap infrastrutturale accumulato negli ultimi 30 anni. Oggi possiamo guardare al futuro con ottimismo, l’importante è remare tutti nella stessa direzione. Le imprese, le istituzioni, la comunicazione hanno una grande responsabilità nella composizione del puzzle. Le critiche costruttive sono parte integrante di un processo di crescita, mentre ai disfattisti lasciamo l’arena dei social su cui sfogare le frustrazioni. Ma bisogna guardarci negli occhi ed essere chiari: i cantieri (per fortuna) sono molti, i disagi purtroppo non mancheranno e dovremo mitigarli al massimo. Dobbiamo esserne coscienti, con la consapevolezza che stiamo investendo sul futuro dei nostri figli.
Il Mit ha le idee chiare sui problemi da affrontare per concretizzare la vision di un Paese che si candida a essere il principale hub logistico del Mediterraneo. Una sfida positiva che ci vede tutti in prima linea, nessuno escluso. Per noi e per le prossime generazioni.