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di Maurizio Rossi

Tunnel Subportuale, Gronda, sono i due primari cantieri “Zero” inaugurati recentemente mentre il tunnel della Fontanabuona è ancora “Sottozero”. A mio giudizio queste cantierizzazioni, inaugurate in pompa magna con tutti i codazzi entusiasti del caso, come fosse il giorno dell’inaugurazione dell’opera, sono solo fumo negli occhi per far vedere che Aspi (società autostrade degli ex Benetton Castellucci e compagnia di cui processo in corso per il crollo del Morandi e delle 43 vittime) rispetta gli impegni presi.

E’ noto che il tunnel subportuale faccia parte proprio dell’accordo per i danni del Morandi subiti dalla città di Genova e ritengo che la cosiddetta “Nuova Aspi” dell’Ad Roberto Tomasi (uomo dei Benetton anche nel 2018 al momento del crollo) non possa permettersi, anche proprio sotto il profilo processuale, di dimostrare che gli accordi sottoscritti sui “ristori” non diventino fatti concreti.

Ma, come stiamo vedendo, ad oggi è nato il cantiere “ZERO” della Gronda solo per espropriare gente che poteva benissimo restare ancora per anni a vivere in casa sua perché la Gronda è sempre eternamente in discussione e ricordiamoci quante volte sia già stata finanziata con aumenti di pedaggi e allungamenti della concessione ma mai partita.

Il cantiere Zero del tunnel Subportuale ad oggi ha aperto in un’area dalla quale dovrebbero partire le verifiche di carattere tecnico, geologico, ricerca di eventuali residui bellici. E forse capire come sia composta la collina di Carignano sotto la quale dovrebbe passare lo scavo del nuovo tracciato augurandoci che qui le case siano fatte con buone e solide fondamenta per non rischiare quanto sta accadendo nella casa di Via Terpi dove, ancora da dimostrare, potrebbe esserci un nesso tra i problemi di stabilità di un caseggiato con gli scavi per il fondamentale “Scolmatore del Bisagno”.
Tomasi dice che si inaugurerà il tunnel nel 2029, che pronti via anziché 700 milioni già avrà un aumento di 200 milioni, ad oggi, poi sarà da vedere qualora partiranno davvero i lavori a quali costi si arriverà.

Intanto come si evince dal confronto in Terrazza Colombo con il sindaco Bucci e il senatore Basso (GUARDA QUI), il tema di straordinario interesse per tutti i genovesi diventa abbattere o meno la Sopraelevata rischiando di spaccare la città per sempre in due parti. Basta ricordare cosa sia significato il crollo del Morandi senza una via alternativa o cosa sia accaduto pochi giorni fa con l’incendio di un pullman in galleria sulla A12 con decine di chilometri di coda.
Eppure sembra dimostrato dai documenti a noi inviati e pubblicati ( LEGGI QUI) dal Vice Presidente della Commissione Trasporti del Senato Onorevole Basso e confermato in una intervista a Massimo Minella del Senatore a vita Renzo Piano, che una parte della Sopraelevata debba essere abbattuta per fare il tunnel: non sarebbe quindi una ipotesi ma è previsto dal progetto.

Al momento sono convinto che i cantieri “ZERO” siano solo “immagine, strategia di comunicazione” per rafforzare la posizione della cosiddetta “nuova Aspi” e nello stesso tempo si sia aperto positivamente il serio dibattito che proprio l’informazione deve seguire attentamente per fare chiarezza su un progetto che ha ancora troppe incognite di realizzazione che si potranno comprendere se le parti in causa vorranno fare chiarezza ai cittadini. Non si scarichi sui cittadini la scelta se abbattere o meno parte della Sopraelevata visto che una parte di essa, se si procede, avrebbe un destino già segnato.
Noi intanto alleghiamo il sondaggio effettuato da Tecne’ su cosa pensano i genovesi sull’abbattimento della Sopraelevata e la risposta è NO.

 

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