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Questa storia è una notizia, una grande notizia, una grande e drammatica notizia
2 minuti e 25 secondi di lettura
di Mario Paternostro

Caro Maurizio,

d’accordo, sto con Ida, la titolare dell’Osteria del cavolo, che ha fatto pagare 2 euro per portare il piattino (o più piattini dice lei) di condivisione, sto con Ida massacrata dal popolo dei social, ma da vecchio giornalista della carta stampata, avrei messo la notizia in prima pagina ma per un motivo che non è stato evidenziato a sufficienza (LEGGI QUI).

Questa storia è una notizia, una grande notizia, una grande e drammatica notizia.

Perché vuol dire non tanto che l’ostessa si fa pagare il “piattino di condivisione”, ma soprattutto che ci sono in Italia tante, tantissime famiglie che non possono permettersi tre primi e tre secondi in trattoria. Cioè magari padre, madre e un bambino che per mangiare fuori in questa “estate dei poveri” sono costrette a “dividere” la porzione. Tre tagli al piatto di trofie al pesto o altro, tre tagli alla fetta di carne o altro.

Questo mi colpisce. Che l’essere in condizioni così difficili nel nostro Paese, dove il governo cancella il reddito di cittadinanza (mal fatto, ma necessario) e snobba il salario minimo, indispensabile in un paese dove cresce paurosamente la folla dei sottopagati, diventi una ruotine. E ci si nasconda nell’abitudine alla miseria.

Fossi stato ancora in un quotidiano avrei fatto un bel titolo evidente in prima pagina non per massacrare la titolare dell’Osteria del Cavolo che deve vivere o sopravvivere, ma per denunciare lo stato di salute tragico delle famiglie italiane, quelle che poco tempo fa, proprio nella trasmissione di Primocanale condotta da Tiziana Oberti e Enrico Cirone, raccontavano cosa era diventata la loro vita, come si sarebbe detto un tempo “di stenti”. Stenti a mettere insieme pranzo e cena, e scuola e abiti per i figli, a pagare una sanità sempre più per i privilegiati, l’affitto di una casa modesta,, a volte anche un anziano malato da assistere.

Quelle storie che gli straordinari angeli di Sant’Egidio e della Caritas vedono tutti i giorni. Un preoccupante precipitare della situazione economica delle famiglie per cui, diceva il responsabile di Sant’Egidio a “Tiziana & Cirone” “ora ci sono più di cinquanta bambini costretti a frequentare la mensa” per mettere insieme un primo e un secondo. Senza piattini di condivisione, ma con l’ efficiente generosità dei volontari.

Certo che l’incubo della Liguria prigioniera di autostrade inesistenti o lasciate marcire da una gestione inqualificabile e che dovrà pagare fino all’ultimo per quello che ha fatto, è un problema enorme. Che come facciamo a Primocanale da anni deve essere sempre tra i primi titoli dei nostri telegiornali, una notizia che purtroppo non si esaurisce, anzi cresce, si gonfia di sconcezze, si arricchisce di incredibili dichiarazioni, ammissioni, confessioni, responsabilità anche politiche del passato.

Certamente è così.

Ma anche la tragedia del primo e secondo da dividere in tre con o senza piattini di condivisione è da prima pagina. E non va mollata per un bel po’ di giorni.