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3 minuti e 6 secondi di lettura
di Luigi Leone

Una fortunata pellicola cinematografica di qualche anno fa si intitolava: “I nuovi mostri”. Trattava delle cattive abitudini degli italiani, in una chiave  che trasformava il serio in ridicolo. Bene, con il Ferragosto arriva in Liguria la carica dei nuovi villani, che sommandosi ai non pochi autoctoni degni di tale titolo producono un vero accerchiamento a coloro che tentano di rispettare le regole.

C’è l’imbarazzo della scelta. In spiaggia, per la strada, al supermercato, al distributore di benzina, al bar, al ristorante, sul marciapiedi, al parcheggio a pagamento e peggio a quello libero, alla serata danzante, al concerto gratis, alle Poste e via elencando: non c’è luogo che sfugga alla scortesia elevata a sistema, nel migliore dei casi.

E sì, perché se provi a dire che così non si fa può anche capitarti l’imprevisto di chi pretende pure di avere ragione. Mi è successo a un supermercato: ho rimproverato a un giovane, in modo molto urbano, che non si possono tastare pomodori e pesche senza utilizzare almeno un guanto (in regalo vicino alle bilance). Apriti cielo! Costui è passato da un “fatti i cazzi tuoi” (letterale) a un “guarda che non è giornata, lo dico nel tuo interesse”. Una minaccia vera e propria. Con l’aggiunta della beffa. Di lì a poco, un signore (sic) che scorrazzava fra gli scaffali portando sul carrello pure un cagnetto (nulla contro i quattro zampe, che di solito sono migliori dei padroni, però non sono sicuro che si possa), se n’è uscito in tal modo, rivolto al cafone: “Non ti preoccupare, io sono come te”. Villano più villano.

Potrei continuare in questo florilegio di inciviltà che ci circonda. Ad esempio quando dei perfetti cittadini con tanto di Suv gettano il sacchetto dell’immondizia attraverso il finestrino dell’auto fuori dal cassonetto, che pure potrebbe contenere quel sacchetto e altro ancora. Solo che l’operazione farebbe perdere qualche secondo: oh, secondi, non minuti, quarti d’ora oppure ore!

Non vorrei che si ingenerasse un equivoco: questi comportamenti disdicevoli non riguardano soltanto i turisti che a frotte affollano la Liguria. Avviene in tutta Italia e ripeto: si sommano agli incivili del posto. Inoltre, attenzione: mica tutti i villeggianti sono dei villani patentati. Anzi, mi sento di dire che la stragrande maggioranza sono persone che rispettano le regole, i luoghi che li ospitano e chi ci vive tutto l’anno.

Il problema è che la minoranza degli incivili è molto rumorosa. Si fa decisamente sentire ed è pure pericolosa. Perché passi un comportamento sbagliato su certe questioni, ma se superi i limiti di velocità o non metti la freccia a un incrocio rischi di farti male e di far male. Insomma, questi nuovi mostri dovrebbero capire che non vivono da soli, bensì in una comunità. Ed è esattamente ciò che rende necessarie sia le regole della convivenza sia il loro rispetto. 

Sono le regole che Autostrade ha violato con un disinteresse peloso per il ponte Morandi, per la manutenzione del viadotto stesso e di tutto il tracciato. Ha prevalso la logica del profitto. Nel ricordo doveroso a cinque anni dalla tragedia del crollo è difficile non pensare che ci si “allena” al peggio con certi comportamenti quotidiani poco commendevoli. 

Contro di essi occorre qualcuno che sappia non farsi gli affari propri. Grazie, dunque, a quella signora e ai molti altri che al supermercato hanno subito solidarizzato con chi chiedeva solo l’utilizzo di un guanto, neanche di tutti e due. E grazie a chi non dimentica la tragedia del Morandi.

 

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