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di Matteo Angeli

Da qualche tempo noi di Primocanale abbiamo aperto i riflettori sul tema del futuro di Piaggio Aerospace, la società ligure con stabilimenti a Villanova d’Albenga e Genova, commissariata dal 2018 ma comunque un'eccellenza a livello mondiale al punto da vantare un portafoglio ordini di 550 milioni. 

La procedura di salvataggio deve essere completata, senza possibilità di proroga, entro il 13 maggio del 2024. Dopo l'allarme lanciato dall'editore di Primocanale Maurizio Rossi (LEGGI QUI) la questione è esplosa e si è aperto un dibattito perché l'azienda va salvaguardata, come vanno salvaguardati i posto di lavoro.

Troppe volte in passato Genova e la Liguria hanno perso eccellenze. Nel silenzio, o al massimo nel brusio, se ne sono andate o hanno chiuso decine e decine di aziende. Basti pensare a quante sono state cancellate tra gli anni Ottanta e i primi anni Novanta, un decennio caratterizzato da un forte processo di deindustrializzazione. Il censimento industriale del 1981 rilevava 92.841 occupati nel settore manifatturiero in provincia di Genova; nel 1991 se ne contavano invece 59.102. Entrano in crisi aziende private e si accentuano le difficoltà dei grandi gruppi pubblici soprattutto nel settore siderurgico e per la nostra città fu l'inizio del declino.

Qualche sera fa nei nostri studi abbiamo discusso sul futuro di Piaggio Aerospace invitando anche la politica. C'erano rappresentanti di ogni area, tutti compatti a dire: "va fatto qualcosa". Oppure frasi come: "Lasciamo perdere gli schieramenti, remiamo tutti dalla stessa parte perché questa azienda va salvata". Tutte frasi giuste, giustissime ma persino banali. Che vada salvata lo sappiamo tutti, ma qualcuno ora deve fare qualcosa a cominciare dal ministro Urso. Perché il tempo stringe, passano le settimane e passano i mesi. Non vorrei che alla fine si lasciasse affogare l'ennesima azienda. Nel silenzio o al massimo nel brusio.