Storiella che gira sui social. La racconta Ciro Ferrara, ricordo di qualche anno fa in Nazionale, quando lui era vice di Lippi. Pirlo, marcatissimo in mezzo a un nugolo di avversari, chiama palla; Ciro, che partecipava alla partitella da giocatore, vista la situazione preferisce appoggiare a Camoranesi, smarcato. Correndo in mezzo al campo, il Maestro si avvicina all'ex difensore e lo rimprovera: "Non era un consiglio", come a dire: se ti chiamo palla, passamela. E Ciro: "Ma ne avevi tre intorno". Replica di Pirlo: "Quello è un problema mio…". Storia illuminante per sottolineare la capacità di Andrea Pirlo di affrontare i problemi e cercare di risolverli assumendosi le responsabilità, anche quando la soluzione non sembra facile.
Pirlo è allenatore di curriculum breve, per via dell’età, ma quella capacità di individuare la soluzione dei problemi la conserva dalla carriera precedente, quella in campo. Nei giorni scorsi ha spiegato che la Sampdoria può cambiare molto con (si fa per dire) poco: se muta l’atteggiamento, la Sampdoria cambia pelle. E’ - questo non l’ha detto ma rende l’idea - come un alpinista che cammina in cresta: se l’atteggiamento è giusto, scivola sul crinale che porta ai risultati, se mancano l’aggressività e l’approccio giusto, si scavalla verso una giornata no. Questo per dire che da Brescia al Lecco ci sono tre punti di differenza e un’enormità nel modo di stare in campo e anche nelle prestazioni individuali. Un esempio? Yepes: da mister Hyde a lucidissimo Dottor Jekyll nel giro di una settimana. Il tutto con la squadra in emergenza numerica e con la brillante intuizione (di Pirlo) di schierare Giordano nel ruolo di centrocampista di corsa a tutta fascia.
Queste considerazioni per spiegare una metamorfosi. Ma la prospettiva va allargata. In questa prima parte di campionato, la Sampdoria ha giocato due mini tornei da otto partite. Il primo chiuso con la sconfitta interna contro il Catanzaro, il secondo aperto dal pareggio di Ascoli. "Ma dalla gara con il Catanzaro, pur persa – ha spiegato il preparatore atletico sampdoriano Paolo Bertelli in un’intervista al Secolo XIX – i dati hanno evidenziato una netta crescita dal punto di vista della condizione fisica". Oltre a questo, c’è stata un’”asciugatura” del modo di stare in campo, con la rinuncia alla sistematica costruzione dal basso, una maggiore assimilazione delle idee dell’allenatore, la crescita individuale di molti singoli, un aggiustamento del modulo diventato ormai un funzionale 4-3-2-1. I dati dicono 5 punti nelle prime 8 partite e 16 nelle seconde 8: totale 21, ma 2 sono cancellati dalla penalizzazione.
Nelle prime otto una vittoria, due pareggi e cinque sconfitte; nel secondo blocco cinque vittorie, un pareggio e due sconfitte. Nelle ultime cinque partite, meglio della Sampdoria hanno fatto solo Cittadella (5 vittorie su 5) e Cremonese (4 vittorie e un pari); allo stesso ritmo della Sampdoria marcia il Venezia. Alla media delle ultime otto gare, cioè a 2 punti a partita si arriverebbe molto in alto in zona playoff; a un ritmo più basso di 1,5 punti a partita si chiuderebbe comunque sopra quota 50, e anche in questo caso significherebbe agganciare la zona playoff.
Tutto questo non per cadere nell’eccesso di ottimismo ma sulla base dei numeri. Con una ovvia condizione imprescindibile: non mutare atteggiamento rispetto alla gara con il Lecco, lottare su ogni pallone: se serve, difendere il risultato badando al sodo. La prova collettiva è stata da media molto alta: se Esposito ora gioca leggero, sfoderando i suoi numeri, Stankovic esibisce una reattività non comune. Una citazione la merita pure quello più penalizzato in pagella, De Luca, ancora a caccia del primo gol, sabato negato per centimetri. Lotta, regge il gioco, sbaglia, ci prova, conquista falli, sbaglia di nuovo, apre spazi per i compagni: insomma, gioca per la squadra, il suo lavoro si fa sentire, e non è poco.
In società, slittate la convocazione del cda per la nomina di Manfredi presidente e il closing, è stata inaugurata la nuova sede e si aprono prospettive made in Genova (dall’ex senatrice Roberta Pinotti a un ruolo operativo, meritatissimo, per Marco Lanna. I problemi ci sono, non si sono volatilizzati: l’importante è cercare di risolverli nel modo migliore. Come il Maestro insegna.