Abbiamo o no capito che lo stravolgimento atmosferico ci obbliga subito a prendere misure drastiche? Non solo quelle previste nei protocolli internazionali di ridurre le emissioni di gas , di difendere le nostre coste, controllare meglio il territorio che frana, immaginare l’innalzamento del mare, eccetera eccetera.
Il dato di ieri diffuso da Cerberus, l'autorità europea più aggiornata sul clima, annuncia che la temperatura è salita di 1,5 rispetto all'era pre industriale e che il gennaio 2024 nel mondo è stato il più caldo da sempre. Ripetiamo: da sempre.
E allora che calcoli dobbiamo fare restringendo l'orizzonte planetario al nostro panorama?
Viviamo sempre di più di turismo, forse anche troppo. Il turismo, passata la tempesta Covid, è un fenomeno mondiale di invasione che ci riguarda per tradizione, conformazione geografica, grande interesse economico, ma la destagionalizzazione, oramai inevitabile nel cielo e nel mare, non è ancora atterrata sul nostro territorio ligure.
Nevica sempre meno e il pubblico che andava in montagna incomincia a dirottarsi. Dove? Spesso e volentieri sulla nostra costa, che è piena di seconde case, che è a un passo dalla montagna sempre meno innevata e quindi turisticamente in declino e dalle pianure Nord Occidentali, che non sono luoghi di vacanze e di tempo libero, se non in casi eccezionali.
Conclusione: arrivano da noi sempre di più e il fenomeno aumenterà anno dopo anno, stagione dopo stagione. Non solo estate e primavera e anche inverno e autunno ,se ancora li chiameremo così .
Il turismo ci invade da tempo sempre di più, senza che le nostre infrastrutture possano reggere. Non solo le autostrade, maledette oramai da anni e per quelli che verranno, ma tutto il resto di una accoglienza che non ce la fa già ora a sopportare le ondate.
Vanno spesso già in tilt i servizi pubblici, a incominciare dagli ospedali, da tutti i trasporti pubblici, dalle strutture del tempo libero che la modernità pretende sempre più accoglienti: palestre, beauty farm, piste ciclabili, passeggiate attrezzate, percorsi fruibili nell’entroterra che sale verso le nostre montagne.
Siamo invasi in estate e in primavera e ci sono già le prime avvisaglie che ciò avvenga anche in inverno, perché oramai viviamo inverni, senza inverni. Inverni caldi, con il mare sopra i 14 gradi.... Temperature tiepide, quando non diluvia come in questi giorni.
Quante spiagge sono aperte in inverno sulla nostra costa, piena di bellezze abbandonate per mesi e mesi, quanti stabilimenti prevedono un minimo di accoglienza al di là dei cimenti invernali, oramai quasi inutili per tutti, non solo per me nuotatore invernale incallito?
Non si vedono progetti di nuovi alberghi, né armatori che programmano trasporti via mare ora che le vie di terra e le ferrovie sono ancora così deficitarie.
Genova, per esempio, non ha un solo albergo sul mare e con una spiaggia a disposizione. Ci prepariamo alla destagionalizzazione offrendo la Liguria così come è.
Forse qualche operatore osa aprire con leggero anticipo le sue attività, ma è sempre impaurito dal rischio e non assistito neppure oggi che sono piovuti i milioni del Pnrr e che non si fa che parlare di grandi opere pubbliche in fieri o in progetto o sbattute quotidianamente sui rendering che riempiono i giornali.
Si corre sul filo di rasoio tra una Pasqua bassa e un inverno che non lo è, tra un anticiclone africano e una colata artica. Bisogna essere preparati e stare fermi non serve.