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di Luigi Leone

 

Un pezzo di Liguria, e segnatamente la provincia di Imperia, può avere un futuro nella mobilità guardando a uno Stato straniero? La mia risposta è no. Nondimeno la domanda è niente affatto oziosa, se il sindaco del capoluogo rivierasco Claudio Scajola si è messo a sponsorizzare l’aeroporto di Nizza. E se l’editore di questa testata, Maurizio Rossi, in un articolo ha osservato che ciò può rappresentare un problema.

Scajola è stato un capace ministro della nostra Repubblica. Ora fa il sindaco e sa perfettamente che della macroregione Nizza-Cuneo-Imperia si discute da almeno trent’anni, malcontati, senza che sia mai accaduto nulla di concreto. Ma può essere utile far sapere che l’aeroporto degli imperiesi è Nizza proprio per ottenere, invece, che a pieno titolo lo diventi Genova. Ecco perché credo che la questione vada presa per il verso sollevato da Rossi, che pure lui ha seduto in Parlamento e dunque sa di che cosa si parla.

Perché Genova diventi lo scalo aereo dell’Imperiese è primariamente necessario un raccordo sicuro e veloce. Quindi servono una autostrada degna di tale nome - certo non il nastro d’asfalto di oggi sommerso dai cantieri – e una ferrovia libera dalla strozzatura del binario unico fra Andora e Finale Ligure. Ma non basta. 

Occorre, infatti, che la Regione, insieme con il Comune genovese, metta in pista, è il caso di dirlo, tutta una serie di servizi e di interventi che rendano il “Colombo” più appetibile dello scalo di Nizza. Il quale, finora, alle latitudini imperiesi vince perché è comodamente raggiungibile, è facilmente fruibile e spesso gode pure di prezzi dei voli più concorrenziali (e dire che siccome dalla Francia vengono in Italia sono collegamenti internazionali).

In poche parole, è necessaria una politica regionale che sappia avere le idee chiare su scala ligure. Faccio due esempi a casaccio: è inimmaginabile che chi arriva da fuori Genova usufruisca di tariffe agevolate per i parcheggi all’aeroporto? E’ impensabile attivare un servizio di bus che porti da Ventimiglia fino al “Colombo” con le fermate intermedie occorrenti

Poi serve una politica che sappia farsi ascoltare dal governo di turno quando ci sono decisioni che travalicano le potestà locali e arrivano a Roma. Da questo punto di vista, lo stesso rinnovo della concessione aeroportuale deve rientrare nel ragionamento.

E’ importante che nelle stanze dei bottoni si sappia che l’aeroporto di Genova non riguarda solo il capoluogo ligure, ma interessa come minimo anche l’Imperiese e il Savonese (lo Spezzino può avere motivi di vicinanza per orientarsi su Pisa, però almeno sempre in Italia siamo…). Occhio che quando si parla di aeroporto si parla pure di turismo e il turismo oggi vale una parte consistente del Pil realizzato in Liguria. Oltre ad essere un settore vitale per l’Imperiese. Tutto si tiene, insomma.

Parimenti, non è secondario che a Nizza ci siano i Benetton, cioè quella famiglia di imprenditori che a Genova si sono fatti crollare il Ponte Morandi, con 43 vittime e decine di feriti, perché i manager da loro scelti hanno privilegiato i profitti alla sicurezza. A me basterebbe questo per dire che il “Colombo”, e non Nizza, deve essere lo scalo aeroportuale di tutti i liguri, imperiesi compresi.

Ovviamente, però, chi ha compiti istituzionali non può fermarsi alle questioni di pelle e deve ragionare in termini di realismo. A volte anche cinico. Tuttavia, resta fermo un principio: l’Imperiese un futuro nella mobilità aerea può e deve averlo guardando a Genova. Però il capoluogo e la Regione hanno il dovere di fare il necessario affinché ciò avvenga. Entrare nella compagine azionaria dello scalo può essere un passo. Importante. Ma soltanto il primo.