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2 minuti e 9 secondi di lettura
di Luigi Leone

“Ed ecco a voi il Festival della canzone italiana da Venezia”. Oppure da Roma, da Milano, da Firenze. O da chissà quale altra località. Per carità, la Rai è padronissima di farlo. Ma non sarà mai il Festival di Sanremo, che ha appena spento 74 candeline. A quel punto anche Palazzo Bellevue potrebbe gettarsi nelle braccia di Mediaset, ad esempio. E vorrei proprio vedere gli ascolti televisivi e l’attenzione nazionale chi premierebbero…

Nei fatti sono scenari quasi impossibili, perché il marchio del Festival è pure protetto. Nondimeno, ciclicamente torna questa storia che l’Ariston è piccolo e che Sanremo è insufficiente ad ospitare una kermesse ormai gigante come quella canora. Che tutto sia migliorabile è sicuramente vero, però chi ipotizza la possibilità che il Festival cambi città semplicemente non fa i conti con la realtà.

“Perché Sanremo è Sanremo” recita un vecchio spot. Guardate che le pubblicità non nascono a caso. E ancor meno certe affermazioni utilizzate per promuovere un evento. Dunque il Festival è Sanremo e Sanremo è il Festival. Poi ci sono il Casinò ed altri appuntamenti, ma i cinque giorni destinati alle canzoni e alle polemiche, anche politiche, sono un unicum. Irriproducibili altrove.

Invece… Ricordo che la stessa cosa, invero con meno ciclicità, avviene con il Salone Nautico di Genova. C’è chi lo ha immaginato davvero a Venezia, oppure a Viareggio. Qualcun altro se l’è sognato itinerante: un anno qui, un anno là. Ma era il periodo in cui non sapevi se la crisi investiva il Nautico oppure se il Nautico era lo specchio delle difficoltà del settore. Entrambe le cose, probabilmente.

Ma appena la situazione è un po’ migliorata nessuno ha più parlato del Salone Nautico trasferito altrove. Ucina, la Confindustria del mare che organizza la manifestazione, ha fatto il resto: crescita continua in termini di espositori, spazi dedicati, attenzione della città, appuntamenti collaterali  e via elencando.

Ora, io non so perché periodicamente un’intera regione venga indicata prossima alla depredazione. Genova è stata appena presentata come capitale europea dello sport 2024 eppure c’è chi ne discute le capacità attrattive (un discorso a parte meriterebbero le parole in libertà della ministra del Turismo Daniela Santanchè sui pochi alberghi del capoluogo, ma non è questa la sede). Il ragionamento vale pari pari per Sanremo e per tutte le altre località liguri che sanno imporsi all’attenzione internazionale.

Non conosco il motivo di tale e tanta avversione. Oppure lo conosco benissimo: a molti farebbero comodo il Festival della canzone (di Sanremo) e il Salone Nautico (di Genova). Ma questi eventi, e altri ancora, la Liguria li ha e se li tiene ben stretti. Con buona pace dei gufi, oltretutto disinformati.