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di Claudio Mangini

C’è chi ne parla al futuro e chi al presente – Manfredi sarà presidente, Manfredi è presidente – ma la sostanza non cambia. Sarà la prossima seduta del Cda, tra fine marzo e inizio aprile, verosimilmente, quella che dovrà approvare il bilancio 2023, a ratificare la nomina di Matteo Manfredi a nuovo presidente della Sampdoria, il ventesimo. Ma quello sarà solo un atto formale che nulla aggiungerà allo stato attuale. Basta aprire il sito ufficiale del club e cercare alla voce Organigramma: il primo nome che esce, presidente del consiglio di amministrazione, è quello di Manfredi, seguito dal consigliere e Ceo Raffaele Fiorella E dalla new entry Maheta Molango.

Il comunicato della serata di lunedì 4 marzo va a sanare un’anomalia creatasi dopo le dimissioni di Marco Lanna, lo scorso 8 febbraio: il Cda torna a tre elementi. Il presidente-non presidente (a lui non era stato concesso nessuno spazio operativo concreto) Marco Lanna è uscito di scena. Il non presidente-presidente (che tutti in sede chiamavano così da mesi) diventa presidente a tutti gli effetti. La barca va.

E negli ultimi tempi, dopo un periodo non facile che trasmetteva un’immagine di stallo all’esterno, si è mossa concretamente: mettendo mano al caso-area sanitaria, partecipando attivamente all’operazione-stadio rinnovato, appunto risolvendo la questione del Cda monco.

E ora, con Manfredi numero uno anche di carica, la novità è l’ingresso di un tifoso molto speciale, Molango – sampdoriano, sangue genovese nelle vene, ex calciatore (anche due provini non andati a buon fine per la Samp, presidente del sindacato dei calciatori inglesi, un posto nel sindacato mondiale, ex ad del Mallorca -, insomma uno che conosce ed è conosciuto nel mondo del calcio internazionale a tutti i livelli. L’agenda dei “to do” del nuovo Cda è fitta: da una ristrutturazione-rafforzamento della struttura in tutti gli ambiti (primo step appunto l’operazione area sanitaria, ora sotto la guida dell’apparato di Mapei Sport) ai progetti tecnici per il futuro. Che potrebbero prevedere una figura di riferimento tecnico importante in un ruolo apicale. Una figura alla Marotta della Samp di Riccardo Garrone.

Nicola Legrottaglie è una creatura di Radrizzani, che lo aveva nominato head of performance, negli ultimi tempi il suo ruolo è uscito sostanzialmente ridimensionato. Andrea Mancini è giovane ma ha fatto cose buone, per esempio il mercato a costo zero di gennaio. Ma ha bisogno, appunto, di un punto di riferimento forte. Che non sarà Molango, il quale potrà essere prezioso con i suoi contatti anche sul fronte ricerca di nuovi investitori-partner. Presto bisognerà studiare il progetto tecnico, cioè la squadra per il futuro. L’attuale dirigenza non ha ancora abbandonato la speranza, tenuta sottotraccia ma non troppo, di poter entrare nel giro playoff tentando il colpo grosso a pieno organico nella tarda primavera. Scontato che, comunque, si debba lavorare a un (improbabile) piano A e a un piano B, con le difficoltà note di dover operare a uscite zero anche nella prossima sessione estiva. Mentre dal prossimo mercato invernale si potrà tornare a spendere. Nella situazione di forzata austerity attuale è scontato che non si debbano perdere, o si debbano vendere bene,  i migliori giocatori di proprietà (Giordano, Murru, Depaoli, Yepes, Benedetti, Verre, De Luca ecc) e si debba cercare di bloccare elementi affidabili, solidi mestieranti di esperienza, come Kasami e Piccini. Pedrola è formalmente della Sampdoria ma il Barcellona può esercitare il contro riscatto (magari lasciandolo un altro anno in prestito), Esposito sarebbe automaticamente della Sampdoria al prezzo prefissato di 7 milioni in caso di promozione, qualcuno dei giovani promettenti (Ghilardi, Leoni) potrebbe restare un'altra stagione. Ma è chiaro che ci sarà molto da lavorare e moltissimo nella impervia prospettiva del gran salto.

Poi, ultimo obiettivo ma prioritario, ci sarà da rinforzare la situazione economico-finanziaria del club con i famosi nuovi investitori. Fra tutti questi obiettivi su cui lavorare e il presente di mezzo c’è ancora – e non è ostacolo da poco – la querelle con Ferrero-Vidal. Cercasi accordo disperatamente perché il rischio, anche se in casa Samp permane l’ottimismo, è di una sentenza che porti a un blocco operativo.

Tornando alle scelte progettuali. E’ scontato che la struttura Sampdoria vada rinforzata sotto due aspetti: l’esperienza, di cui si è sentita la carenza in molte scelte di questi primi mesi, e la sampdorianità. Uscito di scena Lanna, Molango arriva con una patente e una professione di fede blucerchiata indubbia. Ed è un primo passo. La strada, tirando le somme, è lunga e non facile. L’ostacolo, al momento, ha ancora il pizzetto mefistofelico del vecchio presidente che i tifosi non vorrebbero più sentir nominare.