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di Claudio Mangini

Una settimana. Anzi, sei giorni. Una settimana scarsa per cambiare scenari, intravedere le prospettive di un futuro promettente. Due vittorie, non belle, non spettacolari ma fortissimamente volute.

"Ci siamo calati nella mentalità della serie B", ha detto Pirlo. Zona playoff accarezzata di lunedì e agganciata sabato. E in mezzo l’accordo in tribunale per l’uscita di scena del vecchio proprietario che i tifosi non vogliono nemmeno sentir nominare. Via il freno, la zavorra dell’incertezza che ancora pesava sullo status societario.

“Finalmente liberi”, era il titolo-emblema di Primocanale ad aprire la trasmissione Gradinata Sud, venerdì scorso. E non c’è niente di esagerato nel dire che questa settimana (scarsa) è quella più importante della Sampdoria degli ultimi anni, dopo i giorni che hanno portato alla Festa della Liberazione Blucerchiata, il subentro della nuova proprietà a cavallo fra il 29 e il 30 maggio.

Godiamocela, ma non troppo: è il mantra di Andrea Pirlo, cui questi mesi hanno regalato una ragnatela di piccoli solchi di espressione e tensione sul volto. Consiglio per i suoi giocatori dato sabato sera negli spogliatoi del San Nicola: "La classifica guardiamola stasera, magari domani. Poi dimentichiamola…". Mica per altro, per un motivo molto concreto: "Perché non possiamo permetterci di fermarci, di pensare di essere diventati bravi tutt’a un tratto. Solo il sacrificio e il desiderio di ambire a qualcosa d’importante ci ha portati al settimo posto". Traduzione: l’errore fatale sarebbe sentirsi in qualche modo appagati o, peggio, convinti di poter fare a meno di una dose forte di umiltà.

Poi c’è dell’altro: il recupero di alcuni giocatori le cui assenze avevano impoverito fortemente il tasso tecnico complessivo della squadra, ridotto le possibilità di scelta del tecnico in panchina e minato autostima e consapevolezza. Esposito è rientrato e, purtroppo, uscito troppo presto, speriamo non a lungo. Depaoli c’è di nuovo e può solo crescere. Quanto valga Borini si è capito, ammesso che non fosse ancora chiaro, nell’ultimo scorcio di partita giocata: esperienza preziosa, fondamentale per conquistare falli e dare serenità ai compagni intorno a lui. Altri sono rientrati o stanno per farlo, e ovviamente il pensiero va all’altro ragazzo (con Esposito) che ha dimostrato di poter cambiare da solo, o quasi, le sorti di una partita: Pedrola. Intanto Stankovic continua a crescere e Leoni, partita dopo partita, acquisisce autorevolezza che si somma alle doti naturali. Stop, ha ragione Pirlo: piedi per terra, umiltà, massima applicazione. Ma, nelle ultime otto giornate di chiusura della regular season, dopo la sosta, può essere davvero un’altra Sampdoria.

Intanto, la società ha un presidente, sta lavorando per un’ottimizzazione strutturale, è impegnata nell’operazione-Marassi rinnovato, è appunto libera dalla zavorra-Ferrero. E, se è vero che ci sono pretendenti a entrare a far parte della compagine societaria, nulla ora osta. Finora, dopo la prima tranche di denaro immesso da Andrea Radrizzani al momento del passaggio di fine primavera, la Sampdoria è andata avanti con finanziatori non palesi che immettono denaro in Gestio Capital, la finanziaria del patron Matteo Manfredi, che alimenta la controllante Blucerchiati. Questi finanziatori, finora occulti, potrebbero avere presto identità precise. Sono girati nomi, quella che appare certo è l’area operativa di provenienza: il Sud Est Asiatico, Singapore e dintorni.

Ma c’è un’altra opzione che regala suggestioni. Roberto Mancini, ct dell’Arabia Saudita nonché padre del giovane ds blucerchiato Andrea, si è fatto promotore, recentemente, di un incontro fra personalità saudite e la nuova proprietà blucerchiata. Facile intuire le potenzialità di un intervento saudita nella Sampdoria, mentre per il Paese arabo la contropartita potrebbe essere far crescere e maturare qualche giovane promettente nel campionato italiano. Inutile negare che poi, in tutto ciò, colpisce la fantasia dei sampdoriani quella promessa, nemmeno celata ormai, che prima a poi l’ex Bimbo d’Oro di casa Samp possa venire a completare una carriera di allenatore top con una sorta di ritorno a casa, a Genova.

Suggestioni, queste ultime, a cui fa da contrappunto qualcosa di molto più concreto e vicino. "Sono contentissimo di essere qui, mi trovo benissimo, mi piacerebbe restare per anni, allenare la Samp è motivo di orgoglio". Parole di Andrea Pirlo, che sta facendo bene in panchina e ha confermato di essere persona seria, oltre che tecnico con una notevole capacità di adattamento alle (non facili) situazioni. Pirlo ci ha sempre messo la faccia, si è esposto, non si è mai lamentato, ha funzionato da punto di riferimento e, quando necessario, anche da parafulmini. Uomo azienda, oltre che uomo immagine, conosciuto e stimato nel mondo.

Tirando le somme: la Sampdoria squadra beneficia della rinnovata serenità della Sampdoria società, e viceversa. La promozione in un anno non era e non è un obbligo, ma può diventare un’opportunità. E intanto si lavora per il futuro.

P.S.: un giovane e un senatore sono fra i personaggi simbolo della Sampdoria di oggi: Giovanni Leoni, 17 anni e tre mesi, e Pajtim Kasami, 32 anni fra tre mesi. Il primo è arrivato da Padova firmando un “contratto di apprendistato” e la Sampdoria possiede un diritto di riscatto fissato a un milione e mezzo, che rappresenta un investimento destinato a lievitare; il secondo è arrivato dopo una carriera di giramondo, è il combattente che mancava, un capitano vero, con o senza fascia. In base alle presenze, è già scattato il rinnovo automatico del contratto fino al 30 giugno 2025. Si comincia a guardare avanti, a respirare sereni. Finalmente liber