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di Luigi Grillo*

GENOVA - La proposta di riforma del sistema fiscale presentata dal Governo Meloni ha scatenato un acceso dibattito politico, dividendo nettamente le opinioni tra i partiti di maggioranza e quelli dell'opposizione. Mentre il Vice Ministro Maurizio Leo ha delineato tre obiettivi chiave della riforma - snellire il magazzino dei debiti fiscali, prevenire la formazione di nuovi debiti simili, e rendere la riscossione più veloce ed efficiente - le critiche dell'opposizione si concentrano sull'argomento che questa iniziativa potrebbe favorire gli evasori fiscali.

Il Governo sostiene di continuare la lotta contro chi elude il pagamento delle tasse, ma con la volontà di assistere coloro che desiderano adempiere ai propri obblighi fiscali, ma incontrano difficoltà economiche. Tuttavia, secondo l'opposizione, si tratta di un ennesimo colpo di spugna che potrebbe agevolare gli evasori.

Per comprendere appieno il contesto in cui si colloca questa riforma, è essenziale considerare i dati forniti dall'On. Maurizio Leo. Attualmente, il debito fiscale non riscosso ammonta a una cifra impressionante di 2.000 miliardi di Euro, di cui solo l'8% ha possibilità concrete di essere recuperato. Il restante 92% è destinato a essere perso, in quanto riguarda soggetti deceduti, insolventi, residenti all'estero o semplicemente irrintracciabili.

Il Governo Meloni prevede l'istituzione di una Commissione Parlamentare per gestire questo vasto elenco di morosi, con l'obiettivo di rendere la riscossione delle tasse più efficiente e allineata agli standard europei. Inoltre, un'altra misura significativa adottata è lo stop all'uso del contante per i giochi online. Coloro che desiderano ricaricare più di cento Euro dovranno farlo utilizzando strumenti di pagamento elettronici tracciabili e sicuri.

Tuttavia, per valutare appieno l'efficacia di queste iniziative, è fondamentale considerare il commento dell'ex Direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Quest'ultimo ha evidenziato l'impossibilità della situazione attuale, con un indice medio di recupero fiscale degli ultimi vent'anni oscillante tra il 12% e il 13%. In altre parole, su 100 Euro accertati, lo Stato riscuote solo 12-13 Euro dopo 10 anni e appena 30 Euro dopo 20 anni.

È evidente che la riforma fiscale proposta dal Governo Meloni rappresenta un tentativo ambizioso di affrontare una problematica complessa e diffusa. Tuttavia, il successo di tali misure dipenderà dalla loro efficacia nell'affrontare le radici profonde dell'evasione fiscale e nell'implementare procedure di riscossione più efficienti e trasparenti.