Dentro di me c’è un fascista. Un figuro che appresa l’ufficialità della candidatura alle europee di Roberto Vannacci si è abbandonato a un’idea estremista: “Gente così non ha il diritto di presentarsi agli elettori”. Chiedo scusa a tutti, primariamente a quanti hanno lottato per la libertà nel nostro Paese.
Il 25 Aprile è appena passato. Il generale, ipse dixit, l’ha festeggiato andando al mare con la famiglia. Nel senso che non l’ha festeggiato affatto. Ma non è neppure questo il suo peggio. In realtà, si può scegliere a piene mani fra le nefandezze che pronuncia in ogni intervista. Una che mi ha colpito è questa: “L’italiano ha la pelle bianca”. Le do una notizia, signore: ci sono italiani che hanno la pelle nera o gialla. E sono italiani, italianissimi pure per la nostra sgangherata burocrazia. Inoltre, partecipano persino ai nostri stessi difetti collettivi.
Dico la verità, fatico molto a digerire la candidatura di Vannacci, anzi non la digerisco proprio quando lo sento sostenere che a scuola occorrerebbero classi differenziate per i disabili. Presto potrebbe “allietarci” con l’ipotesi di una rupe sul tipo di quella spartana del Monte Taigeto, da dove secondo la leggenda venivano buttati giù i bimbi nati malaticci.
A seguito delle ultime esternazioni di Vannacci, la sua candidatura diventa divisiva per la Lega medesima e non perché prevalga il politicamente corretto. Semplicemente, certe affermazioni nel 2024 non si possono sentire. Così molti dei sostenitori di Matteo Salvini questa volta non se la sentono di andargli dietro e prendono le distanze. Per fortuna non è soltanto una questione politica.
Già, Salvini. Il Capitano, come viene chiamato, scommette sul generale per mero calcolo elettorale, ritenendo cioè che possa portargli in dote degli utilissimi consensi: per tenere botta (alle ultime europee aveva preso oltre il 30 per cento) e per impedire il sorpasso di Forza Italia, dato probabile da molti sondaggi. Tuttavia Salvini ha spesso precisato che la Lega punta su Vannacci come indipendente, “perché non tutto ciò che afferma lo condivido”.
Proprio qui casca l’asino: com’è possibile una candidatura figlia né di una vera condivisione né di una posizione strategica? Bisogna dedurre che il leader della Lega probabilmente farà come un ladrone: prenderà i voti (forse) per poi scappar via. E dunque potremmo trovare eletto al Parlamento europeo uno che farà i propri comodi, secondo idee fuori dal mondo e in barba a qualunque linea di partito.
Problema di Salvini, si potrebbe dire. Solo che se Vannacci entrasse nel consesso di Strasburgo rappresenterà non solo chi l’ha votato, bensì tutti noi. E’ questo il pensiero che mi fa star male. E presumo non faccia piacere neppure ai tantissimi che la pensano allo stesso modo.
Però c’è un però. Vale a dire “quel” 25 Aprile. Molti, moltissimi sono morti per darci un Paese libero. Allora il calice è amaro, ma bisogna trangugiarlo: nella nostra democrazia anche Vannacci ha diritto di parola. Può essere candidato e c’è chi può dargli il voto.