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di Luigi Leone

Non ho mai lesinato le critiche, se le ritenevo necessarie, ma questa volta sto con il sindaco di Genova Marco Bucci. È andato alla Leopolda organizzata da Matteo Renzi e tutti subito a immaginare che si stia aprendo un nuovo scenario politico. Il collega Mario Paternostro è il solo a porre la questione in termini squisitamente cronistici e interrogativi. Per il resto, l'informazione italiana e tutte le parti politiche che ne hanno convenienza ragionano su che cosa comporti l'alleanza fra Bucci e Renzi. Dandola per fatta.

Se il sindaco avesse declinato l'invito, staremmo tutti qui a discettare sulla sua mancanza di garbo, sul fatto che se un esponente del centrosinistra (fino a prova contraria, Renzi e il suo partito Italia Viva tali rimangono) lo chiamava su un palco a raccontare la sua esperienza, in particolare come commissario alla ricostruzione dell'ex Ponte Morandi, aveva il dovere di andarci. Bene, ci è andato. E allora ecco riecheggiare tutta una serie di ricostruzioni sull'imminente abbraccio politico fra Bucci e Renzi nel nome di un nuovo Centro.

Il sindaco, cioè, si è trovato nella sgradevole posizione di chi avrebbe sbagliato qualunque cosa avesse fatto. Secondo me, ha fatto quella giusta. Nel senso che ha ragione Raffaella Paita, parlamentare ligure di Italia Viva, quando osserva: "Macché nuove alleanze, semplicemente gli organizzatori della Leopolda hanno ritenuto che l'esperienza di Bucci andasse raccontata da quel palco e lui ha risposto con un gesto di cortesia istituzionale".

Le cose credo che stiano così, quanto all'invito. Che, poi, l'alleanza fra Bucci e Renzi sia fra le cose possibili in vista delle prossime elezioni comunali genovesi del 2022 è un altro discorso. Ma non c'era bisogno di vedere il sindaco di Genova sul palco di Firenze per avere una simile "rivelazione". Lo sapevamo già tutti. Anzi, per i modi ai quali ci ha abituato la politica italiana, più una cosa è realizzabile più si tende a nasconderla. Quindi, semmai, la presenza di Bucci alla Leopolda potrebbe dirci che il discorso non si può neanche aprire.

Ovviamente non è così, tuttavia questo serve a dire che molta acqua deve passare sotto i ponti perché si concretizzi l'appoggio di Italia Viva a Bucci e perché questi allarghi la propria maggioranza di centrodestra a Renzi. La domanda delle cento pistole, infatti, è: Renzi va verso Bucci anche nel momento in cui dice che non vuol saperne di Lega e Fratelli d'Italia (principali alleati del sindaco) o Bucci andrà verso Renzi, anche se appare saldo nell'idea di ricandidarsi alla guida sempre del centrodestra?

Insisto: il loro abbraccio rimane possibile, ma non è così semplice. Anzi, è complicato. Di più: sembra tanto quella volta in cui Silvio Berlusconi, premier italiano impegnato nel G8, poi rivelatosi tragico, ebbe a osservare: "Il sindaco di Genova Beppe Pericu è davvero un ottimo sindaco". Pericu era del Pd, di Berlusconi sappiamo. Non mi risulta che quelle parole abbiano prodotto alcunché di politicamente rilevante. Fu solo un riconoscimento. Appunto.