La centralità del nostro paese nello scacchiere Europeo dipende soprattutto dalla capacità del nostro Governo di assumere posizioni autorevoli e coraggiose anche a livello di politica industriale. Un paese in grado di proteggere i suoi asset industriali strategici apparirà di fronte a tutti gli stati membri e all’Unione, maggiormente in grado e fondamentale per tenere le redini economiche del continente con grande influenza nelle scelte di politica internazionale Europea nei confronti dei competitor Cinesi e Americani.
Misure di protezione comune possono così essere messe in campo dagli Stati membri anche attraverso deroghe compatibili con il Trattato proprio allo scopo di difendere gli asset economici strategici. L’Italia è sempre stato uno tra ì paesi con i più rilevanti gruppi industriali del Continente, gruppi che purtroppo con il passare del tempo sono passati nelle mani di altri stati come la Francia o gli Stati Uniti e caso strano proprio in quegli anni si è rafforzata la posizione di quegli stessi stati all’interno del Continente Europeo e in ambito internazionale.
Vogliamo parlare della Fiat, colosso automobilistico, vanto italiano per decenni è diventato di proprietà di Stellantis, società con azionariato maggiore francese e con sede in Olanda. È necessario citare poi Credit Agricole, colosso bancario francese che ha acquisito Cariparma e altri rami italiani.
Insomma i nostri asset sono da proteggere mettendo in campo misure anche discutibili dal punto di vista giuridico Europeo andando a concentrare l’azione di Governo in aiuti di stato compatibili con il Trattato sul Funzionamento Europeo ai sensi dell’art. 108 tfue o addirittura superando tali limiti con un’azione di forza di interesse nazionale.
E allora le grandi aziende da Fincantieri, a Leonardo per non parlare del mercato marittimo dei grandi Armatori devono diventare gli asset prioritari da difendere per il Governo mettendo in atto quelle politiche nazionali atte a tutelare la forza economica motrice italiana in Europa, per contare sempre di più e dare il segno che l’Italia non si adatti ad un mero esercizio di forma nello scacchiere Europeo ma ad ambire a tornare ad essere uno dei primi locomotori dell’intero continente.
Francesco Maresca - Assessore sviluppo economico Porto Comune Genova