Fra una settimana esatta conosceremo i nomi dei nuovi sindaci di Sanremo e di Rapallo. Le due città liguri saranno l’ennesimo termometro, insieme con altri centri italiani in certi casi ben maggiori, di come la pensano i cittadini a proposito della politica nostrana. Rispetto alle competizioni nazionali, tuttavia, le amministrative al secondo turno hanno due variabili in più: i candidati e gli apparentamenti, che spesso sono possibili al contrario di quanto avviene in sede parlamentare.
Sanremo, inoltre, ha una propria specificità. Intanto incrocia un tema nazionale, anzi direi internazionale, come il Festival della canzone. I rapporti fra il Comune e la Rai sono segnati da un contratto che il nuovo sindaco dovrà rinnovare, sia esso Gianni Rolando o Alessandro Mager, i due al ballottaggio. Entrambi hanno affermato che il documento andrà riscritto tenendo presente che oggi Sanremo incassa molto meno di ciò che potrebbe e dovrebbe, considerando i milioni di pubblicità che la Rai introita con le canzoni.
Se il vincitore delle elezioni terrà fede alle promesse ne vedremo delle belle. Anche considerando che il marchio Festival appartiene a Palazzo Bellevue e quindi non è così semplice, per la televisione di Stato, “ricattare” la Città dei Fiori con la minaccia di portare altrove la manifestazione.
L’esperienza insegna che i cloni non sempre funzionano (raramente, anzi). E comunque c’è da ritenere che il Comune di Sanremo non avrebbe alcuna difficoltà a sostituire la Rai con un altro network televisivo. Insomma: la premessa è che le parti hanno tutto l’interesse a continuare insieme. Ma chiarisce pure che oggi c’è chi ci guadagna troppo (la Rai) e chi troppo poco (Palazzo Bellevue). Bisognerà vedere se il nuovo sindaco vorrà scontrarsi con un vero centro di potere quale certamente è Viale Mazzini.
E pure se avrà la volontà, secondo fattore che rende Sanremo particolare rispetto ad altre località, di mettere mano al Casinò. La Città dei Fiori è una delle quattro località italiane (insieme con Venezia, Campione e Saint Vincent) sede di una casa da gioco ufficiale. Fallita negli anni l’operazione di rendere lastricate d’oro le strade comunali e dell’intero comprensorio (grazie alle famose quote riparto, dovute perché la Provincia era azionista), resta che la gestione del Casinò è fondamentale.
L’obiettivo è uno solo: garantire al Comune i fondi da utilizzare, poi, nel turismo, nei servizi e in tutto ciò che Palazzo Bellevue può decidere. Però bisogna rivitalizzare la conduzione della casa da gioco, per riportarla non dico ai fasti di un tempo, ma almeno a essere una vera slot machine per l’ente pubblico.
Se a Festival e Casinò aggiungiamo i Carri Fioriti, il Rally, i Martedì Letterari, il porto turistico e gli innumerevoli happening con cantanti e attori abbiamo un pacchetto di impegni che rendono il lavoro del sindaco di Sanremo pari a quello di altre grandi città, come ad esempio Genova.
Si capisce, allora, perché il ballottaggio del prossimo fine settimana sia tutt’altro che fine a se stesso. Politicamente, poi, entrambi i contendenti hanno finora rifiutato qualsiasi apparentamento con il Pd, autore di una buona performance. Accettano, al massimo, che i “dem” votino con la maggioranza sulle questioni che condividono. O a loro volta di assumere decisioni su proposte per loro accettabili avanzate dai “piddini”.
Formalmente, quindi, Rolando e Mager ripartono da quei dieci punti di differenza, a favore del primo, registrati nel turno inaugurale. Ma siccome Sanremo è Sanremo, lo abbiamo ripetuto allo sfinimento, un pronostico è impossibile. Meglio attendere l’apertura delle urne.