Le forze politiche hanno una bella occasione per dimostrare, all’inizio di questa presumibilmente noiosissima campagna elettorale, che si può avere tutti insieme uno scatto di qualità che non privilegia nessuno e aiuta tutti.
Da anni siamo stanchi morti del linguaggio maggioranza-opposizione in Regione (ma non solo), che è veramente monocorde. Le maggioranze esaltano i propri successi e lanciano fulmini e anatemi su quelli che governavano prima, accusati di grigiore, di decrescita felice, di opposizione indiscriminata ad ogni progetto, ad ogni idea, aspirando al ritorno del loro modello che ha distrutto nei secoli recenti la Liguria. Le opposizioni attaccano chi governa, sottolineando i disastri totali delle gestione di centro destra, capaci solo di mandare avanti, con una appropriazione indebita, i loro progetti e finanziamenti. La sanità è un fallimento totale, provocato anche dalla privatizzazione strisciante di Toti senza un nuovo ospedale, uno stop alle fughe di malati e medici verso le altre Regioni, una riforma decente della medicina di base eccetera eccetera . Il turismo è overturism, altro che red carpet da Ponente a Levante eccetera eccetera.
Da dieci anni circa non esiste neppure uno straccio di dialogo da una parte e dall’altra. Solo insulti, recriminazioni, nessuna capacità di mediazione anche sulle questioni minori.
Ecco che oggi, mentre si apre una campagna “sanguinosa”, nella quale il rischio evidente è di vedere contrapporsi i “forcaioli” del centro sinistra allargato nel suo campo ai governativi del post totismo civico e non. La ipotesi è che questi toni saranno ancor più esasperati. Muro a muro senza remissione.
Che barba, che noia direbbe, ripetendo la sua divertente battuta quella grande star che era Sandra Mondaini. Che barba che noia….. Possibile che non ci sia un metodo diverso di contendersi il governo del bene comune?
Vorremmo vedere una contrapposizione di contenuti veri, di dossier contrapposti, ma presentati non come pugnali per uccidere l’avversario, ma anche come basi vere di confronto per migliorare ed affrontare le emergenze che qui fioccano, oltre l’ottimismo dei governanti e il catastrofismi degli oppositori.
E allora ecco che la proposta del presidente di Confindustria Genova, Umberto Risso, è sacrosanta: mettetevi d’accordo per affrontare il tema cruciale che riguarda le grandi opere in itinere e non concluse. Tutta la Liguria ha interesse spasmodico e decisivo per uscire da un isolamento cronico che dura da decenni e peggiora.
Il Terzo Valico, la cui conclusione oramai scivola da lustri di anno in anno, quasi in silenzio, con date che si sostituiscono oramai da un decennio, va concluso. La sua parte finale e decisiva, quella della linea tra Tortona e Milano, va non solo progettata, ma iniziata effettivamente.
Se no, come scrive e ricorda da molto tempo su Primocanale Maurizio Rossi, le famose gallerie di 35 chilometri nell’Appennino serviranno a poco.
La battaglia degli anni Ottanta per questa opera, attesa da più di cento anni, è stata iniziata proprio dagli industriali genovesi con la costituzione del Civ e del Cociv nel lontanissimo 1988.
Oggi ci vorrebbe veramente una Santa Alleanza, tra maggioranza e opposizione in Regione, in Comune, in Parlamento, nel Governo, dove siede il più importante parlamentare ligure, Edoardo Rixi, per spingere verso la conclusione di un’opera che darebbe una spinta chiave a rompere l’isolamento.
Ma non c’è solo questa linea ferroviaria più veloce che merita una spinta globale senza differenze di schieramento. La Gronda, ufficialmente attesa dal 1989, si fa o non si fa?
Vogliamo deciderlo tutti insieme una volta per tutte, senza aspettare che ancora si dibatta se le demolizioni o gli espropri incominciati siano l’inizio di questa gigantesca operazione o l’ennesima presa in giro, che dura da quando la Bretella, l’ava della Gronda, fu bocciata con in tasca già i 600 miliardi stanziati dallo Stato per finanziarla, prelevando dalle tasche dei cittadini italiani, attraverso il pagamento dei pedaggi, la cifra per far partire i cantieri. Una farsa senza fine della quale sono responsabili maggioranze , opposizioni, governi di tutti i colori.
Ma le grandi opere in cammino, finanziate in tutto o in parte, cantierate in tutto o in parte, sono anche il tunnel subportuale e ovviamente la superdiga. Per non citare il water front di Levante, il ribaltamento a mare di Sestri Ponente.
Opere chiave davanti alle quali è un dovere civico portare avanti tutto, magari discutendo in modo costruttivo e non lacerante con il coinvolgimento di tutte le forze politiche.
Un’utopia, un sogno di fine estate, mentre i rumori della campagna elettorale già mandano una eco dissimile da qualsiasi forma non di collaborazione, ma di dialogo e di mediazione? Forse e quasi sicuramente sì.
Ma a noi quello che terrorizza è una campagna da “che barba e che noia”. Incominciare con una proposta comune sarebbe un colpo di scena e anche un modo di conquistare quella parte di opinione pubblica che ha già deciso che il 27 e il 28 di ottobre a votare non ci va. Che barba e che noia!