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di Luigi Leone

Ufficialmente ancora non si sa se l’ex ministro Andrea Orlando sarà il candidato presidente alle prossime regionali liguri per il centrosinistra. C’è molta agitazione da quelle parti e certo non aiutano le differenti cronache dei due principali quotidiani genovesi, come osserva su questo stesso sito l’editore Maurizio Rossi: c’è un ultimatum o no sulla candidatura?

Di sicuro Orlando ha fretta, anche perché ha dato la sua disponibilità da tempo. Ha credibilità, un lungo percorso d’onore, appartiene al Pd, cioè il partito più grande della coalizione. All’apparenza non si capisce perché da Roma non arrivi l’agognato via libera al progetto che invece in Liguria ha la benedizione di quel campo.

Oppure si capisce benissimo. Al voto la Liguria andrà con Emilia e Umbria (vedremo se proprio contemporaneamente). Ma se negli altri due casi le questioni sono risolte, perché i candidati sono esponenti del Pd e di area, Roma ancora discute sul terzo. Di più: i Cinque Stelle hanno tirato fuori un loro possibile candidato, Luca Pirondini.

Sia il diretto interessato sia il leader del Movimento, Giuseppe Conte, hanno a più riprese spiegato che “non si tratta di un’azione contro Orlando” e che “l’alleanza con il Pd non è assolutamente in discussione”. Solo, spiegano i due, “offriamo un nome in più su cui ragionare”. E’ vero. Però, se si traguarda il voto, i Cinque Stelle stanno provando un’operazione “win-win”, cioè comunque vittoriosa.

Se venisse candidato Orlando, il centrosinistra potrebbe prevalere. E allora lo farebbe anche il Movimento. Ma potrebbe pure perdere. E allora lo sconfitto sarebbe principalmente il Pd. Conte, infatti, potrebbe obiettare: “Io vi avevo offerto il nome di Pirondini, però voi non avete sentito ragioni!”. Qualora il retropensiero di Conte sia davvero questo si può stare scuri che i Cinque Stelle porteranno avanti la loro proposta soltanto fino ad un certo punto. Poi la resa, almeno formale.

Esiste anche la possibilità, tuttavia, che Conte davvero voglia in Liguria un nome del Movimento, per pareggiare in parte le scelte fatte in Emilia e in Umbria e per dimostrare chi è più forte anche verso l’esterno nella contesa con Beppe Grillo.

Pirondini, oggi senatore della Repubblica, avrebbe molte carte da giocare: è genovese, al contrario di Orlando che è di La Spezia, ha maturato una buona esperienza, non è un barricadero bensì uno a cui piace confrontarsi, ha credibilità perché non si lascia andare a promesse o valutazioni fuori dalla realtà. Dunque può piacere anche al centrodestra e riportare alle urne almeno una parte dell’esercito degli astenuti. Insomma, è uno che può vincere.

Gli serve, come ad Orlando del resto, un campo molto largo. Compresi i voti di Matteo Renzi con la sua Italia Viva e di Carlo Calenda con Azione. Li otterrà? Nel caso di Azione si può dare per scontato, considerando le posizioni contro il sindaco di Genova Marco Bucci e contro l’ex governatore ligure Giovanni Toti che sono state assunte dai due nuovi entrati, Cristina Lodi e Pippo Rossetti, entrambi ex del Pd. E i maldipancia romani proprio di Calenda ? Difficilmente cambieranno le cose.

Quanto a Renzi, Raffella Paita, concittadina di Orlando ma da sempre sua fiera avversaria, avrà il suo bel daffare come plenipotenziaria in Liguria. E comunque tutti stiamo a chiederci la stessa cosa: che cosa mai avrà in testa il capo di Italia Viva, con il suo repentino abbraccio alla leader del Pd Elly Schlein e il ritorno alle origini (è stato segretario del Pd) nel centrosinistra? Per ora Conte ha detto che nel campo largo non ce lo vuole, dopo tutto il veleno che Renzi ha sputato contro il Movimento. Non è che abbia propriamente torto.

Comunque, in attesa di trovare una risposta, ci chiediamo anche se Nicola Morra, ex grillino, calabrese di fatto ma genovese di nascita, primo candidato ufficiale alle regionali liguri, porterà via voti ai Cinque Stelle e dunque al centrosinistra. Sarà presumibilmente una battaglia all’ultimo voto, quindi conterà anche questo. Il che agita ancor più le acque nel centrosinistra. La dimostrazione plastica è la polemica interna al Pd sulle candidature in Valpolcevera: messo tutto insieme, un’autentica lotta per il potere. Era proprio necessario?

Oddio, non è che dall’altra parte siano rose e fiori. I nomi non mancano, però bisogna aspettare. Dicono, in attesa del vertice fra i leader nazionali a fine mese. Pochi giorni e vedremo. Intanto, l’ultima è che potrebbe essere un sondaggio a decidere chi sarà il candidato governatore ligure del centrodestra. Per la serie: uno si autocandida, però nessuno gli dice che va bene, mentre dall’altra parte hanno più possibili candidati e tuttavia non ne scelgono alcuno. Mah…