GENOVA-Bisogna sicuramente ringraziare Ariel Dello Strologo di avere accettato di scendere in campo per il centro sinistra e di averlo fatto dopo che un anno e qualche mese fa la sua disponibilità a correre per le Regionali era stata "sbiffata" in modo anche poco elegante. Offrire la propria disponibilità dopo quel passaggio significa veramente avere una autentica vocazione per il servizio pubblico. Un avvocato di fama, nel bel mezzo della sua età professionale più proficua, non prende una decisione simile se non ha una motivazione personale forte. Merce rara ai giorni nostri, in una società così liquida come questa dove la politica è spesso un falò che brucia rapidamente e dove i partiti sono tanto inaffidabili e sbandati. Volatili come mai nella nostra storia.
Fatta questa premessa bisogna ricordare, davanti a quella foto che ritrae Ariel Dello Strologo in mezzo ai dodici rappresentanti delle liste-partiti-movimenti-sigle che lo appoggiano, che il candidato sindaco alla fine è tradizionalmente solo. Parte per la sua avventura con addosso il proprio bagaglio e basta. La coalizione che lo ha partorito, in questo caso dopo una gravidanza molto lunga e anche dolorosa, lo circonda ma è da lui solo che dipendono le mosse che lo lanceranno o meno nella sfida.
Il programma che sta costruendo sarà fondamentalmente opera sua, frutto della sua capacità, delle sue intuizioni, della sua personalità, dei suoi slanci. E meno male perché se non ci fosse questo contributo, il resto è soltanto la conseguenza di mediazioni, compromessi, trattative spesso concluse solo per offrire alla fine una parvenza di unità. E bisogna anche stare attenti da chi ci si fa accompagnare. A volte meglio soli che male accompagnati…..
Ci aspettiamo, dunque, dal concorrente principale (ce ne saranno altri…) del favorito Marco Bucci gesti e idee fortemente originali, anche mosse inattese nei riti di campagna elettorale. Qualcosa che esca subito dai riti ai quali è obbligato in questi primi giorni di confronti, riunioni, sedute, magari necessari ma che non avvicinano un elettorato, stanco marcio di queste procedure.
Contro gli slogan perentori, le parole d'ordine yankee del sindaco che grida, non basta il compitino preciso, gli incontri pubblici ordinati e accoglienti, il buonismo connaturale a uno schieramento di centro sinistra che vuol riparare, per esempio, i deficit sociali e le assenze nella politica culturale, in quella a favore dei giovani dell’altra parte politica. Non basta opporsi alla narrazione "forte" della squadra di Bucci, gli 8 miliardi in arrivo, quella selva di cantieri aperti. Non basta intonare il coro delle diseguaglianze, della città "disorientata" altro che "meravigliosa", demograficamente ko.
Non basta pensare, come fa qualche Solone della Sinistra vedova, che ora la partita è contendibile e che le alleanze del nemico scricchiolano. Solo un candidato convinto e caricato può aggiungere il quid, la scintilla che trapassi gli schieramenti trasversalmente, che convinca ad andare al voto la marea montante dei disillusi, degli astensionisti.
E poi ci sia concessa una frivolezza, sotto forma di un consiglio al neo candidato. Capisco che la barba e il golfino nelle prime assemblee fanno molto "de sinistra". Ma, caro avvocato Dello Strologo, si rimetta la giacca e pensi che la barba, intanto, ce l'ha anche Bucci.