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3 minuti e 57 secondi di lettura
di Mario Paternostro

Siamo nel pieno della campagna elettorale anticipata per l’elezione del presidente della Liguria. Fioriscono vicino ai vecchi partiti, queste liste fai da te, un tempo “civiche” cioè create a misura di località, paese, borgo, quartiere, strada, caruggio. Poi sempre più “personali”, quando i partiti sono stati squassati da scandali e scandaletti e è cresciuto il movimento della “politica fai da te”. Sulle liste sono comparsi i cognomi dei nuovi leaders, coloro che guidavano questi manipoli, alcuni dei quali sono diventati partiti addirittura maggioritari nei confini in cui sono nati. Altre sorte in seguito a piccole scissioni da partiti maggiori che, però, hanno riscosso più del fatidico 3 per cento necessario per entrare a Tursi, sono diventate spesso ago della bilancia per governare. Così anche in Liguria, in tutte le città e, logicamente, anche a Genova.

Questo grazie a nuovi personaggi che hanno saputo catalizzare l’attenzione e quindi il voto di molti elettori. Politici indubbiamente spavaldi e coraggiosi.

Pensavo che ora in Liguria il fenomeno fosse destinato a attenuarsi, cioè che gli elettori avessero bisogno di marchi storici, consolidati, sperimentati e conosciuti nei loro programmi, negli obiettivi e , perché no? nelle ideologie.. Invece mi sono sbagliato e di grosso, perché vedo che le liste “personali” stanno crescendo, senza distinzione di collocazione, a destra e a sinistra, magari qua e là, sfiorando il centro.

L’ultima nascita l’ha annunciata Marco Bucci nell’intervista a Primocanale e sarebbe una lista di Sindaci. I sindaci sono gli unici che ancora oggi raccolgono molte preferenze, perché più degli altri politici vivono e lavorano tra i loro elettori o concittadini che possono verificare, giorno dopo giorno, se fanno bene o no e , quindi, premiarli o punirli.

Pensavo (e l’ho scritto tante volte) che semmai potessero entrare nelle liste dei partiti a dare man forte.

Invece no. Così ecco che spunta questa idea di una lista dei sindaci (chissà se in carica o ex) che affiancherebbe la lista già civica di Bucci e i partiti di centrodestra che sostengono il sindaco di Genova.

Chissà che anche Andrea Orlando non risponda a Bucci, magari con una lista di suoi sostenitori sotto le insegne di “Sindache e sindachesse” e poi di “Mogli e compagne di sindaci” per arrivare a una popolarissima e commovente lista delle “Mamme di sindaci”.

Il fenomeno esploderà ancora di più alle prossime elezioni comunali di Genova. Si tratta anche di un sistema per cercare i candidabili che magari dovrebbero rinunciare a un lavoro sicuro e ben retribuito per andare a “sacrificarsi” e ormai a “rischiare” nell’amministrazione di una città, per di più così difficile e mugugnona come Genova. Trovare un nome “civico” di successo lo abbiamo verificato in queste settimane, è un’operazione difficilissima e, come rivela il nostro sondaggio, non così indispensabile. I cittadini addirittura preferiscono un “politico”! Evidentemente dà più sicurezze.

Mi è capitato proprio alcuni giorni fa, facendo ricerche nel ricco Archivio di Primocanale (siamo quasi a 45 anni!) per preparare la prossima serie di “Ti ricordi?”, di trovare una puntata della trasmissione “Contropagina” di vent’anni fa che conducevo, partendo dalla lettura dei quotidiani, approfondendo il tema del giorno, continuando e completando le notizie pubblicate, con ospiti presenti in studio e collegati al telefono. Skype non esisteva ancora….

Intervistavo il collega Franco Manzitti allora capo della redazione ligure di “Repubblica” su un articolo provocatorio che aveva scritto avvicinandosi nel 2007 la scadenza del secondo mandato del grande sindaco Beppe Pericu. Il dibattito sul successore già ferveva, ma non emergevano nomi nuovi (solita storia) e soprattutto di giovani quarantenni sperando che l’età servisse a dare impulsi freschi a una città governata da ultrasessantenni.
Ebbene, Franco aveva lanciato una divertente provocazione che potremmo utilizzare tranquillamento anche ora a due anni scarsi dalle comunali. Che sembrano tanti, ma non lo sono.

La provocazione di Manzitti era questa. Non si trovano candidati nuovi? Allora cerchiamo un candidato sindaco politico o no, “foresto”. Sì, aveva usato proprio questo termine così zeneise, “furestu”. Uno di fuori e da fuori. L’idea era arrivata dopo che nel 2004 era stato scelto per diventare sindaco di Bologna un “celebre foresto” come Sergio Cofferati che non era nato nel capoluogo emiliano, ma vicino a Cremona in Lombardia. Nonostante l’origine esterna aveva vinto. Curioso: oggi Sergio è diventato genovese!

Franco parlava di una “suggestione” e l’idea aveva trovato d’accordo in trasmissione anche Davide Viziano che allora aveva inventato il movimento dei “Cento” con lo scopo di agitare positivamente l’ambiente a fare e anche a cambiare metodi. Magari scoprendo qualche candidabile promettente. Dopo Pericu, per la verità, compito difficilissimo cambiare in meglio!

Insomma tutto per dire che a due anni scarsi dall’appuntamento di Genova sarebbe interessante cercare subito qualcosa di nuovo e prepararlo per tempo all’appuntamento. Un “furestu”? Perché no!