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di Mario Paternostro

 

“A maggio si torna a votare caro Bacci…”.
E’ domenica e il sole illumina meravigliosamente Genova.
Nanni e Bacci salgono un po’ a fatica (“Vabbé abbiamo quasi 80 anni!”) la creuza verso Granarolo. Si fermano lungo i binari della cremagliera a guardare la città dall’alto.
“Beh Nanni, stavolta vinceremo. Abbiamo vinto no? Ci siamo ripresi i nostri quartieri dove prima vinceva addirittura la Lega….”.
“Avevano vinto anche quelli della destra…”
“Appunto, ma ora semmu turna rusci. Rossi rossi con la Elly. Rossi rossi con il compagno Orlando , perché abbiamo fatto a meno dei renziani…”.
“Belin Bacci, per vincere abbiamo bisogno di tutti. Verdi compresi e anche rensiani e anche quelli ex di Grillo che mi sembrano proprio ma piggée come diceva il cardinale Siri a noi portuali sfrattati dai moli da D’Alessandro”.
“Hai letto sul Monono l’intervista a Lupi?”.
“Lupi il democristo? Sì l’ho letta. “
“Dice che quando si andrà a votare per Tursi e i genovesi si confronteranno, tra destra e sinistra e vie di mezzo che non ghe sun mai, si dovrà scegliere tra la Genova cambiata di Bucci col centro destra e il ritorno al passato. Ti capisci Nanni. Nui atri semmu u passou. Il passato”.
“E non ti piace il passato? Cremagliera invece della funivia”.
“Belin Nanni se mi piacerebbe ! Tornare indietro magari di….”.
“…di ventisette anni esatti caro Bacci. Al 1997. Quando l’Ulivo, u se ciamava cuscì, elesse con quasi il 52 per cento il Professore”.
“Il grande professor Pericu. Docente universitario, maestro del diritto amministrativo, deputato socialista, che leader del centrosinistra batte il fortissimo Castellaneta, u megu”.
“Al ballottaggio e diventa sindaco e ci resta per dieci anni. Si è fatto il G8, ha parlato in piazza ai manifestanti per calmare le acque agitate, ha fatto la capitale della cultura nel 2004 e ha cambiato davvero la nostra città. Poche balle!”.
“E non chiamarmelo sindaco civico per favore. Era un fior di politico, ma veniva dalla società civile!. Certo, la differenza con qualcuno di quelli di oggi è che lui aveva un lavoro e che lavoro!. “.
“Poi i socialisti lo avevano convinto a candidarsi in Parlamento. Ecco Bacci a maggio del prossimo anno il Pd che sceglierà il candidato sindaco da opporre a Piciocchi, il delfino di Bucci, ci vorrebbe uno come lui. Un Pericu-bis. La vittoria sarebbe assicurata”.
“Bella scoperta, Nanni. E dove lo trovano? “.
“Non devono perdere tempo come hanno fatto con le regionali. Un nome subito ci vuole. Forte, civico nel senso di culturalmente preparato, con esperienza consolidata”.
“Ci sono tanti giovani bravi in questa fase. Il segretario genovese D’Angelo per esempio…”.
“Anche Pandolfo. E’ uno che parla con la gente come deve fare uno di sinistra, mica andare sugli yacht”.
“Per me ci vuole un Beppe-bis. Mi ricordo cosa aveva detto alla nostra Unità. Che la proposta aveva sconfitto la protesta. Che avrebbe convinto anche quelli che non l’avevano votato. Convincere mica sbattere via”.
“Nan, c’era anche lo stile. Pericu sosteneva di avere vinto col sostegno di una maggioranza omogenea, ma anche che era stata apprezzata la sua competenza professionale. “:
“Me la ricordo quella frase. Mi è rimasta piantata in testa. In programma anche pulizia e manutenzione della città, traffico e illuminazione delle strade. Mica mega opere. “.
“Aveva concluso così. Si può essere sindaci senza essere condizionati da nessuno: da un lato il sindaco ha poteri molto forti, dall’altro può sempre dimettersi.”.
“Sai a chi sto pensando …”
“A chi? “.
“Alla Pinotti.”
“ E sì che la Roberta ora viene a fare il sindaco…”.
“Pericu lo ha fatto. Lei ha una esperienza mica da poco. Ministra della Difesa nel 2014. Prima e unica donna alla Difesa. Belin, se potrebbe venire a difendere Genova!”.
“Stasera la propongo in sezione”.
“Non si chiamano più sezioni, ma circoli, Nanni.”
“Come quelli del golf?”
“Bona compagno e speriamo bene”.
“Scendiamo verso il centro?”.
“Già, sui passi di Gramsci quando era venuto quassù. Poi poveretto i compagni lo avevano portato in spalla…Lo ha scritto in un libro il compagno Speciale”.
“Gramsci, pensa un po’?”