Certo che è quantomeno curioso. In piena campagna elettorale-bis per scegliere il nuovo sindaco di Genova, dopo che quello che era stato chiamato a gran voce ha fatto il trasloco verso la Regione, a pochi mesi dal giorno in cui saranno aperte le urne, durante la riunione del consiglio regionale in cui si dibatte il programma appena illustrato dal nuovo presidente, il capo dell’opposizione non ci sia.
Orlando in Armenia per una missione...
Dove è andato Andrea Orlando, il vero federatore della sinistra ligure e quindi anche genovese? In Armenia per una missione del Consiglio d’Europa. Mentre da alcuni giorni si spargeva la voce che ormai l’ex ministro della Giustizia avrebbe deciso davvero di restare in Liguria contro i malpensanti che assicuravano un suo rapidissimo ritorno romano, ecco che, nel giorno in cui ci si aspettava questa comunicazione magari fatta platealmente (ma lui non è plateale) dagli scranni del Pd in via Fieschi, no. Nulla di tutto questo perché c’era di mezzo l’Armenia ad azzoppare il più importante partito di opposizione. Soprattutto quel partito che, grazie al successo personale di un bel gruppo di bravi sindaci e sindachesse e presidenti di municipio sparsi sul territorio, è tornato primo a Genova e dintorni prenotando la vittoria a Palazzo Tursi.
Sanna contestatore del "progetto del fare"
Così ci ha pensato proprio un sindaco, quell’Armando Sanna recordman di preferenze, che da molti viene indicato come possibile sfidante del sindaco facente funzioni, Pietro Piciocchi, a fare il capo dell’opposizione, contestando il “progetto del fare” appena illustrato da Bucci, dando ampio spazio alla indispensabile rivoluzione della sanità, argomento su cui si giocherà fino dai primi mesi, il futuro del nuovo governo regionale. Liste d’attesa, esami nell’eternità, fughe in Lombardia, emigrazione a Londra di medici e infermieri, lunghi soggiorni al pronto soccorso.
Qualcuno, molto ma molto ottimista, ipotizzava, addirittura, che Orlando avrebbe fatto nell’occasione pubblica anche il nome del candidato. Vabbé, non esageriamo, aspettiamo il 20 dicembre, ma almeno la sua (di Orlando) decisione di tornare a essere ligure, quella sì.
L’Armenia è lontana. Direte: anche se la popolazione armena ebbe una rilevanza qualitativa e quantitativa notevole nella vita di Caffa, genovesissima colonia sul Mar Nero, fra Trecento e Quattrocento. Lontana quanto la scelta del candidato del Pd per Palazzo Tursi. Lontana per contestare “face to face” le idee forti di Marco Bucci, ormai doge al di là di Crevari e Nervi. Ma il Pd farebbe bene a non perdere più tempo, prima che altri seguano la fuga di Elena Putti del Pd di Albaro, e soprattutto quella pesante se fosse vera di cui si vocifera in queste ore di Gianluca Chiaramonte, ex segretario del circolo Pd di San Fruttuoso, nucleo storico e strategico della sinistra in Valbisagno.
Panizza e il "caviale di sinistra"
A rafforzare la sinistra “local” per fortuna ci pensa il vero mago del pesto, Roberto Panizza che, come racconta la succosa newsletter CiboToday si lancia anche sul caviale, “però caviale di sinistra” per “smitizzare questo lusso gastronomico, “ con un sorprendente marchio “Gauche Caviar” con tanto di antica falce e martello in copertina. La speranza sarebbe “di convincere anche gli irriducibili della lotta di classe a concedersi qualche lusso gastronomico”.
Poche ore prima della seduta del consiglio regionale, in una lunga intervista a Primocanale, Marco Bucci rispondeva a Giorgia Fabiocchi che il candidato del centrodestra era nunc et semper Pietro Piciocchi, molto civico e fortunatamente ancora di più sociale nel vero senso della parola e dell’azione, gradito a tutta la coalizione di centrodestra. Sarà così, probabilmente.
Il candidato del centrodestra
Di sicuro gradito a Forza Italia, parola dell’assessore Gambino che lo ha ribadito venerdì sera in tv, e logicamente, ai sodali di Vince Genova quali il capogruppo Valer Pilloni. Ma sarà così anche per i leghisti? O per quelli di Fratelli d’Italia, secondo partito a Genova, quelli che hanno già lanciato Bucci verso la vittoria in Liguria facendolo convincere addirittura dalla loro premier Giorgia Meloni. O per i reduci totiani? Insomma non è che, perdonate il malevolo pensiero, questa volta gli altri soci potrebbero avere voglia di presentare un loro candidato? Magari un po’ più “di piazza”? Considerato che Bucci è governatore e forse un altro, non della stessa lista civica, vorrebbe provare a fare il sindaco del capoluogo?
Sarà che alla mia età vedo sempre il peggio. Ma fossi un “bucciano” fedele cercherei di sondare con attenzione gli umori della coalizione di centrodestra, prima di cantare vittoria sulla scelta unanime e pacifica. Se davvero vogliono battere una sinistra apparentemente in ripresa, con o senza caviar leninista.