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Il commento di Mario Paternostro, editorialista di Primocanale
3 minuti e 55 secondi di lettura
di Mario Paternostro

Mentre Andrea Orlando, lasciato coraggiosamente (ripeto coraggiosamente) il tranquillo scranno di Montecitorio ha ripreso in mano le truppe del Pd genovese, mentre Pietro Picciocchi fa a tempo pieno il sindaco pro tempore in attesa, breve, di assumere il ruolo complicato del candidato sindaco del centrodestra per volontà del governatore Bucci, mentre i Cinquestelle si ricompongono per una sfida, quella genovese, che metterà alla prova la loro nuova veste (o anima?), mentre Italia Viva e Azione…..mentre che cosa? Dove sono? Chi le guida a Genova? Che cosa fanno? Quanto contano?

Il Centro latitante

Ecco, le possibili novità stanno proprio qui, nei pressi di quel cosiddetto Centro che dalla fine del pentapartito è latitante: ogni tanto prova a rimettersi in gioco, ma viene triturato da beghette che hanno l’unico risultato di allontanare una buona parte degli elettori dalle urne, quelli che non si fidano del Pd della Schlein come non si fidavano di quello a trazione Cinquestelle e gli altri che non riescono proprio a stare sullo stesso carro dei leghisti targato Salvini e dei Fratelli di Giorgia con eredità missine.

Una nuova democrazia cristiana?

Allora? Allora succede che una settimana fa il professor Prodi dice sì a un nuovo progetto al centro, sostenendo che il Pd così come è non tiene più che si può pensare davvero alla nascita di una nuova Margherita. Per semplificare diciamo di una Nuova Dc? Guai a dirlo e a pensarlo. Anche a Genova dove nonostante queste precauzioni, i dc di un tempo si incontrano a tavola all’Europa per farsi gli auguri di Natale, ma chissà di che cosa parlano tra primo e secondo e magari dessert?

Per esempio quello che scrive Dagospia, cioè che “l’operazione del sor Romano porta a farsi una domanda: serve un nuovo partito di centro o un federatore di quei partitini che già il centro lo presidiano, e male, come Azione, Italia viva, +Europa (e che, nei sondaggi, messi insieme valgono tra il 7 e l’8%)? Per colui che dette vita all’Ulivo mettendo insieme le varie anime catto e dem, vale la seconda ipotesi. Ma, c’è un ma. Scorrendo la lista dei “papabili”, Prodi non trova il suo federatore ideale”. E se questo non vi pare un ragionamento democristiano…

Un bel gruppo di ex scudocrociati genovesi sta lavorando seriamente a qualcosa. Magari una Fondazione, come quella egregia e attivissima che hanno creato gli ex Pci genovesi, la Fondazione Diesse che oltre a interessanti iniziative “storico-culturali” dice giustamente la sua anche sull’ attualità.

La mancanza di scuole politiche

Lo ha raccontato molto bene a Primocanale nella trasmissione di Giorgia Fabiocchi un “Grande Ex” come Sandro Levrero, ultimo responsabile amministrativo dello Scudocrociato. Non si parla assolutamente di dare vita a una nuova Dc, ma di riportare i cattolici a contare in politica, quei cattolici che si sono eclissati e che probabilmente non vanno più a votare. Levrero è molto attento alle parole. Forse, appunto, una Fondazione, ma invece si starebbe lavorando davvero a una Scuola di Formazione politica post-universitaria di matrice cattolica sociale, insomma come quella che guidò per anni uno dei maestri di Levrero, il professor Filippo Peschiera, giuslavorista, uno degli uomini nuovi della Democrazia Cristiana di fine millennio. E si sa quanto si senta la mancanza di scuole politiche come c’erano quando esistevano i partiti.

Interviene un altro storico democristiano come Giovanni Bagnara: ”Ormai non esiste più né la destra, né la sinistra. Esistono partiti personali, governati da capi che fanno e disfano a piacimento. Il mondo cattolico ha una sua dirittura morale e sociale che intende promuovere e se possibile riportare nelle regole dei rapporti sociali. Sia ben chiaro: questo non è un patrimonio culturale della sinistra e in particolare di questa sinistra genovese”.

La chiamata ai cattolici a ri-occuparsi di politica

I vecchi Dc, dunque, rileggono con grande interesse la lezione della settimana cattolica di Trieste, dove si sostiene che non si vuole ricreare la Dc che è ormai cosa passata, ma si vogliono chiamare i cattolici a ri-occuparsi di politica secondo i principi della loro dottrina sociale. Quando fu presentata uno degli organizzatori disse questo: “Nella cinquantesima Settimana sociale si cercherà di riconoscere il protagonismo di tanti cittadini che si sono incamminati, che si stanno rimboccando le maniche, ma che forse abbiamo perso di vista”, quelli che Papa Francesco nella “Fratelli tutti”, l’ultimo documento pontificio di dottrina sociale della Chiesa, definisce “poeti sociali” e “seminatori di cambiamento”. 

Vedremo nei prossimi mesi che cosa succederà.

In ogni caso se non possiamo dire che potrebbe nascere a Genova una nuova Dc , possiamo ribattere per semplificare che possono nascere dei “nuovi democristiani”.

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