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Il commento di Francesco Gastaldi sul caos infrastrutture
2 minuti e 36 secondi di lettura
di Francesco Gastaldi*

Mobilità in Liguria, qualcuno faccia qualcosa!!! Non solo parole. In questi ultimi giorni le cronache riportate anche dal sito Primocanale.it hanno evidenziato gli ennesimi problemi sulle linee ferroviarie con ripercussioni di ampia portata, sia sulle linee verso altre città italiane, sia nei movimenti regionali. Altre situazioni di criticità si registrano da tempo sulle arterie autostradali a causa di lavori di adeguamento della rete con situazioni di disagio per gli utenti e allungamento dei tempi di percorrenza.

Da pendolare e super-pendolare, anche viaggiatore in treno di lunga distanza, conosco benissimo queste problematiche, d’altro canto conosco anche le particolari condizioni orografiche e morfologiche del territorio regionale e la vetustà delle infrastrutture. Bene, nel 2025, alcune situazioni non sono più tollerabili, sempre di più le persone si muovono per motivi di studio, lavoro, turismo e perfino tempo libero, si spostano i liguri verso le città e gli aeroporti del nord o verso Roma, arrivano da noi persone, turisti e viaggiatori. I pendolari delle rivere e dell’entroterra continuano a gravitare su Genova per motivi di studio, lavoro e anche servizi (ospedali, tribunale, uffici decentrati dello Stato e della pubblica amministrazione) L’accessibilità a una città o a un territorio vasto è una condizione rilevante di competitività, ma anche un biglietto da visita con cui ci presentiamo e ci collochiamo a livello internazionale, in questa accessibilità la rete ferroviaria, autostradale e l’aeroporto giocano, ovviamente, un ruolo di primo piano, possiamo dirci soddisfatti? Direi sicuramente di no, come le cronache di questi giorni e molti servizi e inchieste pubblicate da questa emittente televisiva dimostrano.

Capita spesso di sentire dire: “Ma a Genova abbiamo il mare” e vedere sui social network splendidi tramonti e mirabili scorci litoranei della città che vengono condivisi con sorprendente orgoglio (soprattutto nei confronti di torinesi e milanesi) e senso di appartenenza. La vista del mare e i suoi effetti benefici sul clima sono valori rilevanti, ma può bastare il mare?

Il futuro e il destino di una città e di una regione negli scenari di globalizzazione e di una competizione fra sistemi urbani sempre più spinta si gioca su fattori di innovazione, si compete per attrarre turisti, visitatori, investimenti, cervelli. La necessità di una continua ridefinizione del proprio posizionamento territoriale non riguarda solo le aree in ritardo di sviluppo, tutte le città sono continuamente chiamate a definire nuove strategie socio-economiche. I vantaggi localizzativi (per esempio di tipo geografico) necessitano di continue verifiche e re-interpretazioni e questo deve indurre a cambiamenti continui per rimanere al passo con i tempi, non si può stare fermi. Le città competono sempre più fra di loro in molti campi: l’attrazione di cervelli, di servizi, di investimenti; l’accessibilità gioca un ruolo fondamentale. Capacità istituzionale vuol dire processi decisionali rapidi, progetti che si realizzano in tempi brevi e certi, risultati valutabili e percepibili, trasformazioni della mobilità che avvengono. Qualcuno salvi la liguria che si muove, il mare non basta…

Francesco Gastaldi, professore associato di urbanistica all’Università Iuav di Venezia

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