E’ ormai una minima liturgia quotidiana, da quando l’età mi ha riservato un considerevole tempo libero, che cominci la giornata, davanti al caffè, con la lettura di una notizia rasserenante, che mi serve da sgombero di rimasugli di grane e brutti pensieri della giornata precedente che la notte non è riuscita a cancellare. Lo faccio leggendo “CiboToday”, una capillare voce di informazione gastronomico-alimentare che mi fa viaggiare in tutto il Paese indicando novità, piatti, prodotti, ma soprattutto luoghi splendidi, in altrettanto verdeggianti campagne, ma anche in angoli preziosi delle città. Genova compresa, s’intende.
Ebbene, alcuni giorni fa una notizia mi ha ossigenato lo spirito. A Pavia, esiste una paninoteca che offre da bere se, chi entra mette via il cellulare. Questa sublime azione, per gustare dei panini fatti con fette di un tipico pane pavese e farciti con ingredienti locali. Scrive l’autore della notizia: “Per aperitivi senza distrazioni, chi accetta di depositare lo smartphone ha una bevuta in omaggio….”. Così si “rivalutano le dinamiche di quella vita di provincia sana e d’altri tempi….incentivando la chiacchiera vis à vis”. La regola di questa iniziativa che si chiama “Ciaciaruma”, cioè “Chiacchieriamo” per apprezzare compiutamente questo pane senza le continue distrazioni del telefono è l’abbandono volontario dell’infernale, indispensabile oggetto.
Idea splendida che mi ha messo di buon umore prima di affrontare le questioni relative alla politica genovese, in particolare la ricerca del candidato del Pd. Perché, forse, se i dirigenti del sunnominato partito, invece di lanciare fin dalle prime ore del mattino (peraltro imitando i loro referenti nazionali) minacciosi avvisi o mistiche promesse degne di un santino da altare attraverso gli smartphone, riponessero gli stessi in un cassetto dopo averli spenti e lasciassero “girare il pensiero” sarebbe un’ azione di giovamento per la politica e forse anche per i pochi (visto il sondaggio di Primocanale) cittadini prossimi elettori.
Scriveva molti anni fa Andrea Camilleri raccontando il suo viaggio di nozze in Puglia, a Locorotondo, nella meravigliosa valle d’Itria, che stare dentro un trullo aiuta a far circolare il pensiero. La rotondità delle pareti di pietra grezza che salgono curve fino al cono finale mette in movimento sinapsi e neuroni con ottimi risultati finali.
Ora non consiglio i dirigenti locali del Pd di chiudersi dentro un trullo o una similare costruzione, impresa difficile a Genova, ma almeno di spegnere il telefonino per un week end, magari andare a Pavia, ai piedi dell’antico Ponte Coperto sotto il quale Max Pezzali e Mauro Repetto chiacchieravano sui testi degli “883” e far circolare il pensiero. Perché la riflessione vera, serve ancora e prepara a confronti “più sereni e costruttivi”, come si dice in politichese, che potrebbero offrire risultati . L’importante è spegnere lo smartphone per qualche ora e fare quello che facevano quarant’anni fa i democristiani che prima delle decisioni strategiche si chiudevano in qualche convento. Allora non avevano i cellulari e questo aiutava parecchio.
Le cronache del 1953 riferiscono che quando l’onorevole Pella si recò in pieno agosto nella residenza estiva del presidente Einaudi per presentare la lista dei ministri del primo “governo tecnico” era sorto un problema. I capi di gabinetto non riuscivano a contattare telefonicamente Spataro che avrebbe dovuto diventare ministro delle Poste e Telecomunicazioni. I centralini a Roma erano irraggiungibili. Così decisero di lasciare la casella senza nome fino all’indomani.
Vittorio Gorresio descrive il salotto del presidente: un cappello di paglia appoggiato sul divano, vicino il libro “Civiltà sepolte” di Ceram, la lettura di donna Ida. Sta per nascere il primo governo non guidato da Alcide De Gasperi: è una giornata storica. Sarà un monocolore democristiano, fatto appunto da tecnici.
“Scriviamo e prendiamo appunti senza scostare il libro di donna Ida” racconta Gorresio.
La ricerca di Spataro fallisce. I telefonini non esistevano!
Dopo oltre dieci ore di attesa entra Pella, si scusa con i pochissimi giornalisti e legge la lista dei ministri. Poi si affaccia il presidente Luigi Einaudi. Non si parla di politica, ma del ferragosto, del caldo e del magnifico giardino.
Successe che Einaudi e Pella scelsero di mettere alle Telecomunicazioni il professor Modesto Panetti che era un compagno di Politecnico del presidente. Spataro non erano riusciti a rintracciarlo: era a presenziare a una gara, la 12 ore automobilistica di Pescara. Una volta rintracciato aveva rifiutato di andare alle Poste. Così lo tagliarono elegantemente fuori dal governo.
Il governo ricevette la fiducia dal Parlamento. Ahimè, durò centocinquantacinque giorni, ma allora i rapporti fra i partiti erano parecchio agitati, certamente peggio di oggi.
Dirigenti del Pd, perché, abolito il cellulare, non provate con qualche compagno di scuola?
Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsApp, Facebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook