Come possiamo dimenticarlo l’anno maledetto del terrorismo in Italia, quello nel quale venne anche sparato alle gambe a Genova il professor Filippo Peschiera, 48 anni, intellettuale di grande spicco, democristiano, direttore della scuola di Formazione, il terribile 1978?
La seconda puntata della seconda serie di “Ti ricordi? ” è ancora dedicata a lui, processato e ferito con quattro colpi di pistola alle gambe dal brigatista Livio Baistrocchi, che aveva assaltato con un commando delle Br la scuola di Via Trento, dove Peschiera teneva i suoi corsi.
Quell'episodio, che ha fatto ripartire “Ti ricordi?”, condotta da me insieme a Mario Paternostro, ha meritato una attenzione particolare nella sequenza infernale degli “anni di piombo”, perché Peschiera è stata l'unica vittima dei terroristi con la stella a cinque punte che sia riuscita ad avere un dialogo con i suoi attentatori, addirittura contro-processandoli, prima che lo lasciassero in un lago di sangue davanti ai suoi studenti.
Ma se si inquadra quel fatto, uno dei tanti successi a Genova negli “anni di piombo”, non si può non sottolineare come quel 1978 sia stato forse l’anno più duro, punteggiato da un numero impressionante di attentati di morti, di caduti, per mano di terroristi di estrema sinistra e di estrema destra, sotto diverse sigle.
Non è un caso che sia l’anno del colpo più duro inferto alle istituzioni dalle Brigate Rosse con il sequestro e l’omicidio dell’onorevole Aldo Moro, rapito a Roma il 7 marzo, con una operazione micidiale nella quale furono trucidati i suoi cinque uomini di scorta e poi “giustiziato” il grande politico democristiano, il 6 maggio successivo.
Forse mai la Repubblica ha vacillato così tanto come in quei giorni e in quell’anno, nel quale l’attacco al cuore dello Stato era stato così massiccio.
E’ un florilegio di attentati, sparatorie, agguati un po’ in tutta Italia, con esecuzioni, sequestri, vendette, operazioni che hanno lasciato segni profondi nella nostra Storia, come anche l'assassinio ad Acca Larenzia, presso Roma, di due militanti di estrema destra, evento che “rivive” anche oggi con adunate e polemiche devastanti.
A Genova dopo Peschiera le Br attaccarono e uccisero, il 21 giugno, Antonio Esposito, commissario di Pubblica Sicurezza, in realtà uno degli investigatori più preparati nella lotta al terrorismo. La Questura lo aveva trasferito dal suo ruolo in prima linea contro il terrorismo al commissariato di Nervi, con l’idea di allontanarlo dai rischi.
Invece un commando di Br salì sull’autobus sul quale Esposito, soprannominato “il certosino” per la metodicità delle sue indagini, andava al lavoro e lo uccise, tra i passeggeri terrorizzati, in via Pisa nel tranquillo quartiere di Albaro.
Era passato poco più di un mese dal sequestro Moro. Solo pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo del leader Dc nel portabagagli di quella tristemente famosa Renaut Rossa, i terroristi del Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari, formazione di estrema destra) a Milano uccisero due giovani militanti del centro culturale di sinistra Leon Cavallo.
Questo era il clima del 1978, nel quale gli attentati neri e rossi, contati nella terribile statistica del terrore, furono 659, una cifra impressionante.
Una situazione tanto grave che il ministro dell’Interno, Francesco Cossiga, si dimise subito dopo la morte di Moro.
Il governo per reagire a un'emergenza, che sembrava non più arginabile, decise finalmente di riaffidare il compito delle indagini anti terroristiche al generale dei Carabinieri, Carlo Alberto Dalla Chiesa, nominato il 10 agosto 1978 con il compito di sradicare il terrorismo.
Dalla Chiesa, che aveva già incominciato la sua lotta contro i terroristi e poi, dopo innegabili successi come la cattura dell'allora capo Br Renato Curcio, era stato spostato di incarico per ragioni politiche, costruì un nuovo metodo di indagine, assolutamente rivoluzionario, scegliendo gli uomini migliori per infiltrarli nelle colonne brigatiste, che erano nuclei clandestini molto chiusi, compartimentati, con le loro basi segretissime, prevalentemente nelle città del Nord. E li sconfisse definitivamente , chiudendo la tragica partita praticamente proprio a Genova, quando i suoi carabinieri, al comando dell'allora capitano Michele Riccio, in via Fracchia fecero irruzione in un covo fino ad allora segretissimo e uccisero tre uomini e una donna delle Br, militanti clandestini con nomi sconosciuti, tra i quali il capo Riccardo Dura.
A Genova la colonna che aveva colpito per prima, sequestrando nel 1974 il magistrato Mario Sossi e uccidendo il procuratore generale Franeceso Coco nel giugno 1976, fu la stessa che mise nel mirino anche il professor Peschiera, preparando l'agguato in via Trento.
Era una colonna molto allenata, con un grande giro di terroristi che arrivavano e che partivano, tra i quali lo stesso Mario Moretti, l'inafferrabile Rocco Micaletto e diversi capi molto addestrati e i cui nomi sono rimasti misteriosi per anni, praticamente fino a quando, dopo il 1981, il velo che nascondeva le azioni terroristiche incominciò a squarciarsi, sia con la confessione di Patrizio Peci, uno dei capi dell'intera organizzazione e a Genova con la quasi fortuita cattura di un nucleo, che aveva un po' improvvidamente assaltato una stazione dei carabinieri in via Peschiera.
Filippo Peschiera guarì bene dalle ferite delle pallottole di quel tardo pomeriggio dell'inverno 1978. Riprese sia la sua vita politica, che gli avrebbe riservato incarichi importanti anche nella Democrazia Cristiana e continuò a insegnare sia nella sua scuola sia all'Università.
Due anni prima di morire a 88 anni, quindi esattamente quaranta anni dopo l'attentato, accettò di raccontare per la prima volta in pubblico nella chiesa di Santo Stefano, durante una messa quello che gli era successo con le Br, oramai cancellate perfino dalla memoria di tutti, ma non da quella delle vittime.
“Ho detto loro, mentre si allontanavano dopo avermi sparato, che sbagliavano tutto e che sarebbero stati sconfitti”_ raccontò allora. Così è stato, dopo tanti morti, tante vittime, tanti processi e tanto sangue versato, come quello del professore.
“Ti ricordi ?” seconda puntata della seconda serie va in onda lunedì sera alle 22,30 su Primocanale.
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Ti ricordi Peschiera gambizzato e il 1978 anno nero del terrorismo
“Ti ricordi?” seconda puntata della seconda serie va in onda lunedì sera alle 22,30 su Primocanale.
4 minuti e 54 secondi di lettura
di Franco Manzitti
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