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di Mario Paternostro

Cinque giorni, sei notti, tre città, otto concerti per un totale di poco più di quattro ore e mezza di musica. Il bel libro di Ferdinando Fasce, storico contemporaneo, sulla mitica tournée dei Beatles in Italia nel giugno del 1965, con tappa al Palasport di Genova è in libreria edito da De Ferrari col titolo “Beatles in Italia”.

E la puntata di “Ti ricordi?” che va lunedì alle 22.30 su Primocanale e poi per tutta la settimana, racconta proprio quelle ore di giugno, dalle 19 del 25 quando, provenienti da Milano, le due berline su cui viaggiano gli “scarafaggi” di Liverpool si fermano davanti al superbo portone dell’hotel Colombia (quello dei grandi vari dei transatlantici e dei grandi matrimoni genovesi negli anni ’60), ai due concerti sprint (poco più di 35 minuti l’uno”) che, secondo i giornali, “non fanno impazzire la folla”, ma segnano una svolta non solo nella musica, ma soprattutto nel modo di vivere dei ragazzi di allora. Per Gianni Minà l’indimenticabile critico musicale un concerto “trionfale”, certamente una folla di un centinaio di ragazzi e ragazze piantonano l’ingresso dell’’hotel di Principe, poi riempiranno il Palasport che con i Beatles inaugura la lunga stagione degli appuntamenti musicali che proseguiranno nel 1967 con la mega-serata dei Rolling Stones.

Sono i ragazzi e le ragazze che cambiano. Zazzere e minigonne che da quella sera diventeranno il nuovo look (allora non si definiva così) della gioventù. Il “Decimonono” racconterà poco tempo dopo di questi curiosi diciottenni “cappelloni” che si radunano sulle scalinate di piazza Tommaseo.
Il concerto, seppure fulmineo, piace al pubblico, ma curiosamente gli osservatori ufficiali lo sminuiscono: si parla di “strilli grida”, ma anche di “svenimenti simulati”, di giovanissimi che urlano “shake!”, addirittura con ironia “inutile fuga dei Beatles a Genova, mentre nessuno cerca di inseguirli”, qualcuno ammette un “moderato entusiasmo”.
Ferdinando Fasce sarà ospite della puntata di “Ti ricordi?” insieme a un nostro collega molto esperto e attento, Dario Vassallo che, allora undicenne, fu portato dalla mamma al concerto. Dario non se lo è dimenticato! Insomma, una serata memorabile tanto che ci mostra un prezioso reperto: la ricevuta del conto che la band di Liverpool pagò al Colombia.
Dice Fasce: “Sul palco allestito al centro della gigantesca rotonda, dalle 16 e 20 in poi, tra urla fischi e impazienza degli spettatori i supporters ci danno dentro a più non posso per oltre un’ora”.

“Bravi i Beatles al Palasport, ma la folla non è impazzita” scrive l’acuto Mauro Manciotti grande critico cinematografico e teatrale del “Secolo XIX”, magari sottolineando l’applauditissima apertura di serata affidata alla voce di una vedette: Peppino di Capri. Mentre il critico de “Il Lavoro” rassicura i lettori che “Genova, un’altra volta si è dimostrata città tranquilla e priva di manie fluorescenti”.
“Facevano spicco ragazzi che sfoggiavano fantasiosi abbigliamenti nati dalla fusione dei cupi furori edoardiani e del pionierismo pistolero americano: pantaloni svolazzanti alla marinara, qualche giacca esageratamente lunga, svasata in fondo, stivaletti da cow boy, basette malandrine e, naturalmente, zazzere beatlesiane”. Naturalmente!

Per Filiberto Dani “una via di mezzo fra il tempio dello yeye e la palestra di atletica leggera”, con alcune ragazzine che piangono e “un disumano fragore degli altoparlanti”.
Dunque ecco la rivoluzione dei Beatles! Anche nella Genova descritta troppo spesso come “la città più inglese d’Italia” definizione liquidata anni fa ironicamente da Pippo Marcenaro davanti alle nostre telecamere con: “Inglese? Forse perché i genovesi indossano cravatte regimental…”.
Racconta Fasce che i ragazzini “reagiscono con l’adesione stupita di P.M. che scopre come la ragazzina tutta perbene con cui è andato al concerto, all’apparire dei fab-four cava dalla borsetta uno striscione e si trasforma in una pasionaria” dando in escandescenze.

E’ proprio per questa “rivoluzione giovanile” vista dalla “tranquilla“ Genova (ma quando mai???) che con Franco Manzitti abbiamo voluto dedicare una tappa del nostro viaggio nel recente passato a quelle due giornate. (La band partirà poi per l’ultimo concerto a Roma.) Anche perché i Beatles trovano il tempo di fare un giro in città, molto camuffati. Vanno in un locale notturno della Foce e bevono un paio di scotch-baby, ammirano Genova dalla Spianata di Castelletto e alle due di notte un imprevedibile George Harrison viene sorpreso a fare il bagno notturno in una isolata spiaggetta vicino a Bogliasco.

Il 1965 è stato un anno complicato. Continua la guerra in Vietnam, Boumedien organizza un colpo di stato in Algeria arrestando Ben Bella. I genovesi, il 2 febbraio eleggono sindaco un ingegnere democristiano, Augusto Pedullà di 49 anni che inaugurerà la Sopraelevata. Politicamente sarà un anno contagiato dal cosiddetto scandalo della Pedemontana, la grande strada del levante cittadino, con un’ondata di arresti eccellenti.
A gennaio c’era stata una spaventosa tragedia: un treno carico di esplosivo era esploso nella stazione di Bonassola. Bilancio di nove morti.
Possiamo dire con certezza che quello che fecero i Beatles fu creare un netto distacco generazionale, in una città già allora pesantemente condizionata dagli “anziani”, dove i giovani non avevano più né bisogno né voglia di imitare i loro padri. Non ci pare poco…
(Le puntate di “Ti ricordi?” verranno trasmesse sul canale 10 lunedì alle 22.30, martedì alle 16.45, mercoledì alle 18.40, giovedì alle 23.30, venerdì alle 15.05, sabato alle 19.45 e domenica alle 12.00. E sono disponibili on demand sul sito www.primocanale.it)